Ci sono misure poco utilizzate per accedere alle pensioni. In genere le misure che un lavoratore punta per accedere alla quiescenza sono sempre le solite, cioè quelle più note e conosciute. Ma ci sono vie di uscita diverse, spesso vantaggiose però. Infatti parliamo di misure che consentono l’acceso alla quiescenza prima rispetto ai requisiti ordinari. Ma si tratta di misure, come detto, sconosciute ai più. Ecco due di queste misure che molti sottovalutano come importanza.
Lo sai che si può andare in pensione 5 mesi prima nel 2023?
La pensione di vecchiaia nel 2023 si centra a 67 anni di età e con 20 anni di contributi versati. Ma se i contributi versati hanno avuto l’avvio dopo il 31 dicembre 1995, ecco che per la pensione serve anche un assegno previdenziale pari a 1,5 volte l’assegno sociale. Altrimenti niente pensione a 67 anni e tutto slitta a 71 anni di età. Ma c’è chi, raggiungendo i 30 anni di contributi e svolgendo il giusto lavoro, può anticipare la quiescenza a 66 anni e 7 mesi.
La pensione di vecchiaia per i lavori gravosi e usuranti
Chi svolge una attività lavorativa gravosa o usurante, ha diritto a usare la stessa età di uscita per la pensione di vecchiaia, che si usava fino al 2018, cioè a 66 anni e 7 mesi di età. Infatti dal primo gennaio 2019 ci fu lo scatto di 5 mesi che inasprì ulteriormente i requisiti di accesso alle pensioni. Così la pensione anticipata passò da 42 anni e 5 mesi per gli uomini e da 41 anni e 5 mesi per le donne, a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne. La pensione di vecchiaia ordinaria invece passò da 66 anni e 7 mesi di età e 20 anni di contributi versati a 67 anni di età e sempre 20 anni di versamenti. Le due vie però sono usuranti o gravosi.