I nati nel 1956 sono quelli che dal 2023 potranno andare in pensione con la quiescenza di vecchiaia ordinaria. Su questo pochi dubbi, tranne che per i contributivi puri ai quali probabilmente servirà una pensione alta circa 750 euro per potervi accedere. Ma ci sono anche dei nati nel 1955 che in pensioni ci sono già e da tempo. Parliamo di quelli che a partire dai 63 anni hanno potuto percepire l’Ape sociale. Per loro nel 2023 si chiuderà l’esperienza con l’anticipo pensionistico sociale. La misura si bloccherà nel 2023 e si dovrà andare verso la pensione di vecchiaia. Con l’inevitabile nuova richiesta da presentare all’INPS dal momento che il passaggio tra le due misure non è automatico.
Cosa cambia tra Ape sociale e pensione di vecchiaia
L’analisi che facciamo riguarda i nati nel 1955 che saranno gli unici titolari di Ape sociale che potranno prendere la pensione di vecchiaia nel 2023. Questo per una mera questione anagrafica. Infatti saranno quelli che completeranno i canonici 67 anni di età proprio nel 2023. Le differenze tra le due misure sono sostanziali. Infatti l’Ape sociale viene pagata su 12 mensilità, mentre la pensione di vecchiaia su 13. In pratica grazie alla tredicesima il solo passaggio tra Ape sociale e pensione di vecchiaia fa prendere un mese di pensione in più al diretto interessato. Sempre a vantaggio della pensione di vecchiaia, anche l’eventuale diritto all’assegno per il nucleo familiare che per l’Ape sociale non è previsto. Finisce la fase di non reversibilità della pensione per il titolare dell’Ape sociale. Infatti passando alla pensione di vecchiaia la sua pensione torna ad essere reversibile. E poi si rientra nel diritto a godere delle maggiorazioni o di un trattamento superiore a 1.500 euro.
Ecco perché le pensioni di vecchiaia sono più alte dell’Ape sociale
Infine, il cambiamento dall’Ape sociale alla pensione di vecchiaia porta il beneficiario a prendere un assegno più alto. Anche se la carriera è rimasta inalterata, perché 36 anni di contributi erano quelli usati per l’Ape sociale e 36 sono rimasti quelli su cui si calcolerà la pensione di vecchia. In primo luogo il fatto che l’Ape sociale non consente di prendere una pensione più alta di 1.500 euro al mese, mentre con la pensione di vecchiaia è assolutamente possibile. E poi perché la pensione di vecchiaia viene calcolata a nuovo, senza riferimento all’Ape sociale. Il coefficiente usato all’epoca dell’Ape sociale era quello a 63 anni di età. Adesso invece verrà utilizzato quello a 67 anni. E questo vuol dire una pensione più alta perché è più favorevole il coefficiente a 67 anni.