Un pignoramento dello stipendio, direttamente in busta paga. E già con stipendio da 2.500 euro. Questo ciò che si legge nella Legge di Bilancio. Ma di cosa si tratta davvero? La novità non riguarda tutti. E non è una vera novità. Perché parliamo di dipendenti pubblici e di un pignoramento dello stipendio che già oggi funziona in un certo modo. Ciò che cambia è la soglia reddituale che si abbassa notevolmente.
Buste paga pignorate subito per chi ha cartelle esattoriali, novità dalla manovra
Un lavoratore pubblico alle prese con le cartelle esattoriali e con debiti fiscali che non ha pagato finisce da sempre in un controllo preventivo da parte del datore di lavoro. In pratica l’ente che deve versare lo stipendio passa al setaccio in banca dati se il dipendente ha dei debiti. Se le erogazioni al dipendente sono superiori a 5.000 euro e se lo stesso dipendente ha 5.000 euro almeno di cartelle, ecco che scatta il pignoramento di un settimo dello stipendio ogni mese per soddisfare il credito del concessionario alla riscossione.
Queste regole e queste soglie sono quelle solite utilizzate fino ad oggi. Ma con la legge di Bilancio il governo ha deciso di intervenire su questa materia.
Le novità sui pignoramenti dello stipendio
Il Decreto del Presidente della Repubblica, il DPR n.602 al suo articolo 48 bis viene implementato di un comma con l’ultima legge di Bilancio. Infatti dopo il comma 1 viene inseriti il comma 1 bis. Ed emerge che “limitatamente alle somme dovute a titolo di stipendio, di salario o di altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento, le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche al pagamento di importi superiori a 2.500 euro.
In altri termini si passa da 5.000 a 2.500 euro come soglia. E anche dipendenti con stipendi meno ricchi di prima adesso rischiano molto se hanno cartelle esattoriali superiori a 5.000 euro.
Ecco la procedura che porta al possibile pignoramento della busta paga
Il datore di lavoro non deve fare altro che interrogare la banca dati e verificare se i suoi dipendenti a cui deve elargire emolumenti per almeno 2.500 euro, hanno inadempienze all’obbligo di versamento derivante dalla notifica di una o più cartelle di pagamento.
Se queste sono per un ammontare complessivo pari ad almeno 5.000 euro, potrebbe scattare immediatamente il pignoramento della parte di stipendio pari a 1/7. Sempre che il contribuente non decida poi di adempiere al versamento senza fare avviare la procedura di pignoramento.