La cartella esattoriale va pagata poichè si riferisce a debiti non versati. Ma prima di pagare una cartella esattoriale è sempre bene controllare se sia o meno nulla esaminando alcuni aspetti. Non capita raramente, infatti, che le cartelle esattoriali vengano recapitate dopo i tempi di prescrizione del debito (ed in questo caso il pagamento non è dovuto) o che le richieste di pagamento, in qualche modo incomplete determinandone la nullità.
Cerchiamo di capire cosa guardare prima di pagare una cartella esattoriale.
Cartella esattoriale, cosa controllare
Controllando prima di pagare, ci si accerta che le cartelle esattoriali ricevute siano legittime: se la cartella, infatti, è illegittima il pagamento non è dovuto.
La prima cosa da controllare è la data cui si riferisce il debito: il pagamento, infatti, potrebbe essere caduto in prescrizione perchè non richiesto nei termini di legge. Ricordarsi che i termini di prescrizione variano in base all’imposta/tassa cui la cartella è riferita e mentre, ad esempio, il bollo auto ha una prescrizione di 3 anni, Imu, Tasi, Tari, Tosap, Contributi Inps o Inail, violazioni codice della strada, altre sanzioni amministrative hanno una prescrizione di 5 anni mentre Iva, Irpef, Ires, Imposta di bollo e di registro, canone Rai, hanno una prescrizione di 10 anni.
Ricordatevi, però, che ogni sollecito di pagamento interrompe la prescrizione e la fa ricominciare da capo. Un debito Irpef del 2000 non può dirsi prescritto se il contribuente riceve una cartella di pagamento nel 2007 e un nuovo sollecito nel 2015. In questo caso la prescrizione interviene nel 2025, a 10 anni dall’ultimo sollecito.
Altra cosa che va controllata è la data di iscrizione a ruolo che non può in nessun caso essere anteriore a 3 anni rispetto alla data di notica della cartella esattoriale. In questo caso, infatti, si potrebbe chiedere l’annullamento della cartella poich+ è decaduto il dititto a riscuotere il credito (entro 3 anni dall’iscrizione a ruolo).
Altra cosa da controllare sulla cartella esattoriale sono gli importi che devono comprendere sia l’importo della tassa o dell’imposta sia gli interessi maturati. Se gli interesse non sono riportati in maniera distinta e separata sulla cartella gli importi ad essi riferiti, come stabilito dalla Corte di Cassazione, non sono dovuti.
Nella cartella, inoltre, deve essere chiaramente indicato il cognome ed il nome di colui che è responsabile del procedimento, in caso contrario la cartella è nulla.
Altra cosa fondamentale è che la notifica della cartella deve avvenire all’indirizzo di residenza del contribuente, se dovesse pervenire ad altro indirizzo (a casa dei genitori per esempio o all’indirizzo della vecchia abitazione) la cartella può non essere pagata (ma senza fare ricorso poichè in questo caso non si potrebbe sostenere di non averla ricevuta).