Stralcio delle cartelle esattoriali su cui l’Agenzia delle Entrate Riscossione decide che può bastare lavorarci su. Per le cartelle che secondo il concessionario alla riscossione non si può procedere all’incasso dopo 5 anni di tentativi, ecco l’azzeramento totale. Nella riforma fiscale, che prevede grosse novità anche in materia di cartelle esattoriali, una di queste è senza dubbio molto importante.
Cartelle esattoriali, arriva il nuovo stralcio senza domanda da parte dei contribuenti
Ci sono cartelle esattoriali che l’Agenzia delle Entrate ha più difficoltà ad incassare. E la riforma fiscale con dentro una vera e propria riforma della riscossione prevede interventi in materia. Nel decreto che ormai è pronto, oltre ad un maggiore numero delle rate offerte ai debitori, c’è pure il discarico automatico di quelle non più incassabili. Almeno secondo il parere dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. A partire dal 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di affidamento del debito all’Agente della Riscossione, questo il vincolo che devono rispettare le cartelle che potrebbero finire nel cestino della spazzatura, uscendo dal magazzino del concessionario. Ed ecco che i contribuenti potrebbero vedersi alleggerire l’estratto di ruolo, con numerose cartelle cancellate praticamente d’ufficio. Perché l’Agenzia delle Entrate, tramite le banche dati dell’anagrafe tributaria o dei conti correnti, può decidere che un debitore non è attaccabile perché non ha nulla da attaccare con le procedure di esecuzione forzata. E una cartella in queste condizioni per l’Agenzia delle Entrate Riscossione rappresenta uno spreco. Risorse umane da impegnare negli atti e spese di notifica che non verranno mai recuperate portano il concessionario a preferire la cancellazione.
Attenti però che un debito può restare tale lo stesso
Se un contribuente non ha pensione, stipendio, case, terreni, conti correnti o auto, e quindi è insolvibile, l’Agenzia delle Entrate Riscossione può ritenere inutile procedere ulteriormente con le operazioni di incasso. L’Agenzia delle Entrate Riscossione anziché tenere in piedi il credito, spendendo tempo, personale e soldi di notifica per incassare, preferirà operare in questo senso. Ma una cosa è cancellare una cartella, un’altra è cancellare il debito. Perché il concessionario si libererà della cartella, ma manderà il debito indietro all’Ente da cui il debito del contribuente scaturisce. Per esempio un Bollo Auto evaso tornerà alla Regione a cui era dovuto, l’IRPEF o l’IVA torneranno all’Agenzia delle Entrate e IMU, Tari e altri tributi locali torneranno di competenza dei Comuni.
Sarà poi l’Ente a stabilire se è il caso di cestinare davvero quel credito, o di passare a vie diverse di incasso. L’Ente potrà scegliere di passare a nuovi tentativi autonomamente o con un nuovo Concessionario. Oppure potrà incaricare di nuovo l’Agenzia delle Entrate Riscossione se ci sono nuovi dati che riguardano il debitore che probabilmente l’Agenzia delle Entrate Riscossione non aveva considerato precedentemente (eredità, nuovo lavoro, donazioni e così via dicendo).