Niente cancellazione delle cartelle esattoriali e dei debiti fiscali dei contribuenti diventati ruolo tra il 2000 ed il 2015, o meglio, non proprio così. Infatti il governo ha varato il decreto Sostegno e al suo interno c’è la pace fiscale, ma in versione ridotta rispetto a quanto era stato previsto nella bozza del decreto.
Il ritocco alla misura è stato fatto last minute, riducendo il periodo di osservazione, quello cioè a partire dal quale e fino al quale cancellare le cartelle. Inoltre è stato messo un tetto reddituale che il contribuente deve rispettare per poter rientrare nel beneficio della sanatoria.
Tutto per ridurre il numero di crediti dell’Erario da cancellare ai contribuenti. Un cambio di rotta piuttosto evidente nonostante va detto che parliamo di ruoli potenzialmente non più esigibili perché troppo obsoleti che tra l’altro rappresentano un peso per la struttura dell’Agente di riscossione.
Quali cartelle rientrano nella sanatoria
Un autentico condono che a gran parte della maggioranza di governo non piaceva, ecco perché alla fine si è dovuti arrivare ad un autentico compromesso perché la sanatoria delle cartelle sotto i 5.000 euro emesse tra il 2000 ed il 2015 è stata ridotta. Resta il limite dei 5.000 euro, ma il periodo cala di 5 anni, passando da quello 2000-2015 a quello 2000-2010.
La sanatoria quindi ricalca alla lettera la cancellazione d’ufficio introdotta dal governo M5S-Lega nel 2019, quando furono cancellati i ruoli obsoleti 2000-2010, ma per le cartelle sotto i 1.000 euro. Per chi invece ha debiti diventati ruolo dal primo gennaio 2011 al 31 dicembre 2015, se possibile si deve pensare a rateizzazioni e a rottamazioni, pagando solo l’importo della tassa evasa e non sanzioni e interessi.
Limite di reddito
Se il periodo ridotto ha inevitabilmente ridotto il numero delle cartelle condonate, non meno importante è stato il collegamento, anche lui last minute, del condono con il reddito del contribuente.
Così dagli iniziali 60 milioni di atti da condonare, si è scesi ad un terzo circa. Infatti potranno godere del condono i contribuenti che hanno redditi fino a 30.000 euro.
Una soluzione che ha detonato la solita questione sociale, con provvedimenti che se non avessero vincoli reddituali potevano essere tacciati di essere a favore dei ricchi evasori e non della gente che effettivamente sta vivendo difficoltà in questa fase di pandemia e di crisi economica ad essa collegata.