Rottamazione quinquies, a marzo le domande, nuova sanatoria delle cartelle esattoriali Rottamazione quinquies, a marzo le domande, nuova sanatoria delle cartelle esattoriali

Cartelle esattoriali, ecco 3 modi legali per non pagarle

Ci sono 3 modi del tutto legali per non pagare le cartelle esattoriali, vediamo quali sono e come operano.

Per chi riceve una cartella esattoriale da pagare è sempre un problema e cercare l’escamotage che permetta di non pagare è il primo istinto di tutti. Se la strada per non pagare, però, è illegittima i rischi che si corrono sono davvero pesanti: pignoramenti, ipoteche e fermi amministrativi possono colpire i beni del debitore.

Esistono, però, dei modi legali per eliminare del tutto il debito e non pagare la cartella esattoriale. Attenzione però, non si tratta di trucchi o escamotage, ma di strumenti messi a disposizione dalla legge per aiutare chi si trova in difficoltà economiche. Vediamo insieme tre opzioni principali.

Rottamazione delle cartelle esattoriali, in questo caso si paga meno

La rottamazione delle cartelle esattoriali è una sanatoria, messa in pratica periodicamente, che permette di pagare solo una parte del debito. In pratica, con questa modalità, vengono eliminati interessi di mora e sanzioni, lasciando solo l’importo principale.

Facciamo un esempio: se hai una cartella esattoriale di 5.000 euro, dove 2.000 euro sono sanzioni e interessi di mora, con la rottamazione pagheresti solo i 3.000 euro principali. Questa modalità è spesso oggetto di nuove leggi o decreti è, quindi, quando si hanno cartelle da pagare potrebbe essere utile controllare periodicamente se il governo ha introdotto una nuova finestra per accedere a questa agevolazione.

Saldo e stralcio

Il saldo e stralcio viene messo in atto periodicamente dai governi, sempre all’interno di sanatorie tributarie. Dal 2025 il discarico automatico opera, più o meno, come il saldo e stralcio: le cartelle esattoriali che non si è riusciti a riscuotere nel corso di un quinquennio vengono discaricate in automatico e restituite all’ente impositore.

Attenzione, si tratta di un’opzione che opera soltanto sui debiti considerati inesigibili, ovvero quelli che gravano su nullatenenti, deceduti, aziende fallite. In questi casi, infatti l’amministrazione tributaria può fare ben poco per recuperare i crediti e tanto vale cancellare il debito che tanto non si riuscirà a riscuotere.

Prescrizione del debito

Un’altra strada legale è verificare se la cartella esattoriale è prescritta. La prescrizione significa che, trascorso un certo periodo di tempo, il debito non è più esigibile. Per molte cartelle, il termine di prescrizione è di cinque anni, ma può variare a seconda del tipo di tributo (ad esempio, il bollo auto ha tempi diversi rispetto alle tasse).

Attenzione però: la prescrizione non è automatica. Se l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha inviato comunicazioni o notifiche nel frattempo, il termine si “riavvia” da capo. Per questo, è fondamentale controllare con attenzione tutte le notifiche ricevute e, se necessario, chiedere assistenza a un professionista.

Non pagare le cartelle con la regole dei 220 giorni

La regola dei 220 giorni è una tutela per il contribuente prevista dalla legge. In pratica, quando invii un’istanza o una richiesta di chiarimenti all’Agenzia delle Entrate su una questione fiscale, come una contestazione o un ricorso, l’amministrazione ha un limite di tempo per rispondere. Questo limite è fissato a 220 giorni.

Se l’Agenzia non risponde entro questo periodo, si presume che tu abbia ragione e la cartella esattoriale contestata viene annullata. È un modo per garantire che le procedure siano rapide e che non resti in balia di lunghe attese. Tuttavia, per far valere questa regola, è fondamentale rispettare i tempi e le modalità di presentazione della tua istanza, quindi è sempre meglio farsi seguire da un esperto per evitare errori.