La riforma della riscossione ha introdotto alcune novità sulle cartelle esattoriali. E tutte a vantaggio dei contribuenti. Inoltre, alcune recenti sentenze dei Tribunali, creano i giusti precedenti che i contribuenti possono sfruttare a loro vantaggio per pagare meno le cartelle esattoriali. Sentenze che richiamano a normative che spesso i contribuenti non sfruttano ancorché a loro esclusivo vantaggio. E soprattutto, normative che spesso hanno prodotto nei Tribunali sentenze contraddittorie che adesso possono invece seguire una linea dritta e prestabilita. Ecco alcune soluzioni di favore per i contribuenti alle prese con le cartelle esattoriali, tramite le quali le stesse cartelle possono essere tagliate di molti soldi a prescindere da condoni e sanatorie.
Cartelle esattoriali, ecco alcune soluzioni per pagarle di meno e addio paura di pignoramenti e fermi
Nella riforma della riscossione sono sostanzialmente due le grandi novità che sono state prodotte dai legislatori ma che entreranno in attività solo a partire dal 2025. Partiamo dalle cartelle esattoriali su cui per 5 anni l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha tentato l’incasso senza riuscirci. Si tratta di cartelle obsolete che adesso il concessionario reputa difficilmente incassabili e quindi da annullare. La cartella esattoriale verrà quindi eliminata automaticamente sia dal magazzino insoluti dell’Agente della Riscossione che dall’estratto di ruolo del contribuente. Il debito del contribuente tornerà ad essere in capo all’Ente a cui il pagamento era inizialmente dovuto. Comuni, Regioni e così via, dovranno decidere se eliminare del tutto il credito vantato nei confronti di un contribuente dando di fatto ragione al concessionario sulla ormai non incassabilità del credito stesso. Oppure potrà decidere di riaffidare l’incasso all’Agenzia delle Entrate Riscossione indicando eventualmente sopraggiunte liquidità o proprietà del contribuente che così diventa solvibile. Alternative in mano agli Enti saranno quelle dell’incasso diretto tramite i loro servizi di riscossione oppure affidare ad un concessionario privato le operazioni di incasso.
Ecco l’altra novità di Agenzia delle Entrate Riscossione
La seconda importante novità ai nastri di partenza del 2025 dovrebbe essere l’estensione delle rate ordinarie a 120 mesi per tutti i contribuenti e non solo per quelli in difficoltà economica come invece succede oggi. Tutti i contribuenti potranno spalmare in 10 anni e in 120 rate mensili i loro debiti. Sempre che la rata minima superi i 50 euro, perché naturalmente questo limite odierno sarà quello che seguirà il nuovo piano di dilazione largo. La novità entrerà a scaglioni, nel senso che dal 2025 i contribuenti anziché pagare in 72 rate massimo come previsto oggi, pagheranno in 84 rate. E questa novità varrà per un biennio. Poi dal 2027 e per il biennio fino al 2028, le rate massime concedibili diventeranno 96, per passare al biennio successivo a 108 ed infine dal 2031 a 120 rate per tutti.
Ecco la sentenza che abbatte interessi e sanzioni
Oltre alle novità dalla riforma della riscossione, ecco che va ricordata una soluzione atta a pagare di meno le cartelle, che molti non sfruttano.
Sulle cartelle relative a imposte evase con lo Stato, si può chiedere lo sgravio di sanzioni e interessi. In pratica, ciò che offriva la rottamazione delle cartelle, può offrire una soluzione sempre disponibile che richiama alla prescrizione dei debiti. Una prescrizione parziale comunque, perché per le cartelle relative a debiti con lo Stato, la prescrizione delle sanzioni e degli interessi è di 5 anni mentre per l’imposta evasa è di 10 anni. Per i debiti con gli altri enti, imposta evasa e interessi o sanzioni sono a prescrizione quinquennale. Quindi, nel caso in cui per 5 anni una cartella sia rimasta giacente e senza notifica alcuna, si può chiedere lo sgravio di sanzioni e interessi pagando solo la quota capitale del debito. E su cartelle a prescrizione decennale come dicevamo, non è raro trovare ritardi oltre i 5 anni nei solleciti di pagamento da parte dell’Agente della Riscossione.