Cartelle esattoriali scadute? Dal 2025 duro colpo ai contribuenti, ti bloccano i rimborsi in busta paga Cartelle esattoriali scadute? Dal 2025 duro colpo ai contribuenti, ti bloccano i rimborsi in busta paga

Cartelle esattoriali scadute? Dal 2025 duro colpo ai contribuenti, ti bloccano i rimborsi in busta paga

Stop ai rimborsi fiscali se ci sono cartelle esattoriali scadute, la compensazione e le novità al riguardo per il 2025.

Uno degli obiettivi che lo Stato da tempo cerca di raggiungere è quello della compliance tra Fisco e cittadini. Significa che si cerca la collaborazione tra le due parti in causa, come soluzione all’evasione fiscale. Una cosa difficile da fare, soprattutto per via delle elevate tasse che si pagano in Italia che finiscono con il triste effetto di un rapporto tra Fisco e contribuente che è spesso conflittuale. Le sanatorie delle cartelle esattoriali, il concordato preventivo, la rottamazione delle cartelle, le dilazioni di pagamento sempre più lunghe sono solo delle misure che hanno cercato di rendere meno conflittuale il rapporto.
Con la riforma della riscossione per esempio, si parla di un azzeramento delle cartelle esattoriali dei contribuenti, anche se come vedremo serve a poco. E si parla di una estensione del numero di rate concesse con le richieste di dilazione ordinarie, cioè a prescindere da rottamazioni e sanatorie.
Anche in questo caso, non certo la soluzione delle soluzioni visto che chi ha difficoltà a pagare o chi non vuole pagare, anche con piani rateali lunghi continuerà ad essere per lo meno indeciso. E tra l’altro, contrariamente alle cose dette fin qui, non tutte le novità della riforma sono positive e vanno nella direzione di un alleggerimento del conflitto che spesso si crea tra contribuente e Fisco. Infatti viene inasprito il collegamento tra rimborsi fiscali e debiti fiscali. E sulle cartelle esattoriali scadute per i contribuenti arriva il blocco dei rimborsi.

Cartelle esattoriali scadute? Dal 2025 duro colpo ai contribuenti, ti bloccano i rimborsi in busta paga

Dal 2025 arriveranno le cancellazioni automatiche e senza alcuna domanda per le cartelle che da 5 anni l’Agenzia delle Entrate Riscossione cerca di incassare ma non ci riesce. Addio a queste cartelle quindi, che non saranno più da pagare e con il debito che tornerà all’Ente da cui parte che deve decidere se confermare la decisione dell’Agenzia delle Entrate Riscossione o se tornare all’incasso con nuovi canali o dando incarico allo stesso concessionario.
Addio cartelle, ma si tratta di debiti collegati a contribuenti che non pagheranno mai, perché nullatenenti, falliti o addirittura deceduti senza eredi. E per le rate che nel 2025 passeranno da 72 a 84, poco cambia per chi a prescindere da tutto ha serie problematiche a trovare i soldi per pagare. Nulla di trascendentale quindi per i contenuti di una riforma della riscossione che non prevede certo sanatorie vere e proprie degne di questo nome. Anzi, probabilmente se c’è un provvedimento contenuto nella riforma che rischia di impattare significativamente sugli indebitati, questo provvedimento è quello relativo al blocco del rimborso IRPEF spettante a chi presenta la dichiarazione dei redditi ma allo stesso tempo ha cartelle esattoriali scadute.

Addio ai rimborsi in busta paga, ecco cosa succede nel 2025

Chi dopo la presentazione del modello 730 ha un credito fiscale a tal punto da attendere un rimborso in busta paga adesso dovrà prestare attenzione alle cartelle esattoriali scadute ancora più di prima.
L’Agenzia delle Entrate infatti prima di erogare un rimborso fiscale controllerà (ma lo fa già da tempo e quindi non è una novità) se il contribuente ha cartelle esattoriali scadute. Prima dell’erogazione di un rimborso in busta paga, se questo rimborso è di ammontare superiore a 500 euro il contribuente verrà avvisato di questa compensazione con le somme che resteranno a disposizione dell’agente della riscossione fino al 31 dicembre dell’anno successivo a quello di messa a disposizione.