Negli ultimi anni una parola molto utilizzata quando si parla di tasse, fisco e contribuenti è compliance. Aderire a delle regole, essere in linea con le leggi in vigore, restare in regola spontaneamente, questo è quello che in termini fiscali si tende a dare come significato alla parola compliance.
Non sarà una cosa spontanea però l’effetto che alcune novità produrranno per quanto concerne un argomento assai particolare come lo è quello delle cartelle esattoriali, è davvero particolare. Infatti ecco che compare all’orizzonte una novità per quanto concerne la cosiddetta compensazione.
Cartelle esattoriali scadute, ecco il pignoramento che nessuno si aspetta
Le sanatorie delle cartelle esattoriali, il concordato preventivo, la rottamazione delle cartelle, le dilazioni di pagamento sempre più lunghe sono solo delle misure che hanno cercato di rendere meno conflittuale il rapporto dei contribuenti con le cartelle esattoriali, le tasse, i debiti e così via dicendo.
Oggi è in vigore la riforma della riscossione che, per esempio, ha prodotto un azzeramento delle cartelle esattoriali per alcuni contribuenti. Poi ha introdotto una estensione del numero di rate concesse con le richieste di dilazione ordinarie che adesso arrivano a 84 rate. Notizie positive quindi quelle provenienti dalla riforma della riscossione.
Ecco cosa di negativo introduce la riforma della riscossione
Ma c’è anche qualche cosa che peggiora la situazione. Un tipico esempio è l’inasprimento delle regole relative alla cosiddetta compensazione tra rimborsi fiscali e debiti fiscali.
Compensare le cartelle esattoriali scadute con eventuali rimborsi fiscali è da sempre una facoltà dei contribuenti ed un’opzione sponsorizzata dal Fisco italiano. Ma adesso il congelamento dei rimborsi assume connotati più severi.
Cartelle esattoriali scadute, ecco gli effetti sui rimborsi fiscali
Il provvedimento contenuto nella riforma della riscossione che rischia di impattare significativamente sugli indebitati, ed in maniera più pesante rispetto a prima è quello relativo al blocco del rimborso IRPEF spettante a chi presenta la dichiarazione dei redditi ma allo stesso tempo ha delle cartelle esattoriali scadute.
Chi dopo la presentazione del modello 730 ha un credito fiscale a tal punto da attendere un rimborso in busta paga, sulla pensione o direttamente dall’Agenzia delle Entrate, se è superiore a 500 euro, adesso rischia di non riceverlo. o almeno di non riceverlo con le solite tempistiche. Infatti dovrà prestare attenzione alle cartelle esattoriali scadute che se presenti, rischiano davvero di bloccare eventuali rimborsi dal modello 730.
L’Agenzia delle Entrate infatti prima di erogare un rimborso fiscale controllerà (ma lo fa già da tempo e quindi non è una novità) se il contribuente ha cartelle esattoriali scadute. Prima dell’erogazione di un rimborso, se questo rimborso è di ammontare superiore a 500 euro il contribuente verrà avvisato di questa compensazione con le somme che resteranno a disposizione dell’agente della riscossione fino al 31 dicembre dell’anno successivo a quello di messa a disposizione.
Cartelle esattoriali scadute arriva il pignoramento inatteso, quello dei rimborsi fiscali
Deve essere il contribuente ad accettare la compensazione, avallando quello che al momento sembra essere solo un suggerimento. Ma che alcune segnalazioni di contribuenti dimostrano come effettivamente il rimborso viene bloccato. In effetti c’è chi attendeva già adesso il rimborso del 730 senza sostituto. E nel momento che il contribuente non ricevendolo subito ha preso contatto con l’Agenzia delle Entrate Riscossione, ha avuto come risposta il fatto che per vie delle cartelle il rimborso è stato congelato fino alla fine dell’anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione dei redditi.
Di fatto un vero e proprio pignoramento del rimborso fiscale, in barba al fatto che si tratta di un rimborso per via di tasse pagate in esubero o proveniente da spese che la legge fiscale italiana consente di scaricare.