Che i centri commerciali siano un problema serio per i piccoli commercianti non è una novità. Da quando sono stati aperti in tutta Italia questi mastodontici centri dove una persona può trovare tutto e di tutto in uno stesso posto, la vita e la salute economica di piccoli negozi e botteghe è drasticamente calata. ma è altrettanto vero che i lavoratori dei centri commerciali sono sottoposti a stress pesante visto che lavorano ogni giorno, comprese le festività e con turni che spesso producono la possibilità di restare a casa solo in una festività mentre nell’altra tocca all’altro collega. La salvaguardia della salute del lavoratore adesso è alla base di una proposta di regolamentazione del settore che sta facendo discutere. ma che ci permette anche di parlare dell’impatto che questi centri commerciali hanno avuto sulla piccola distribuzione.
Centro commerciali chiusi nei festivi e tutela dei piccoli negozi
Nei nostri centri commerciali si trova di tutto. Dall’abbigliamento ai prodotti alimentari di tutti i tipi, dai pezzi di ricambio delle auto agli oggetti di bricolage, giardinaggio e simili. In altri termini, mentre fino a pochi anni fa bisognava andare dal salumiere, dal fornaio, in latteria, in macelleria, poi dal ricambista ed infine nel negozio di abbigliamento, oggi si trova tutto nei centri commerciali. La comodità è fuori discussione per gli avventori e i cittadini. Ma per le attività prima citate la crisi è inevitabile. E sono molteplici le chiusure dei piccoli negozi di quartiere che oggi vivono solo per le urgenze di alcune famiglie che hanno dimenticato di comprare qualcosina, o per l’anziana che abita vicino e non può andare nei centri commerciali.
Senza considerare poi la questione dei prezzi. Che in un negozio della grande distribuzione sono più bassi e non possono essere paragonabili al piccolo negozio di quartiere. La salvaguardia di questi piccoli lavoratori che una volta erano un tessuto sociale fondamentale del Paese e che adesso vanno via via sparendo pare però non interessare. Però da una proposta di legge che adesso andremo ad analizzare, qualcosa di buono potrebbe arrivare.
Siamo solo ad una proposta, ma le polemiche sono già massive
Far chiudere i centri commerciali nei festivi è una proposta presentata dal partito della Premier Giorgia Meloni il 17 dicembre. Come si legge sul quotidiano Italia Oggi, dove intervistano il primo firmatario della proposta, cioè l’onorevole Silvio Giovine, si tratterebbe di chiudere i centri commerciali non tutte le domeniche e tutti i festivi, ma solo nelle feste principali, cioè Natale, Santo Stefano, Capodanno, Pasqua, Primo Maggio e Ferragosto.
In base alle parole del parlamentare, si vede che l’idea nasce per la tutela della qualità della vita dei lavoratori di questi centri commerciali sempre in servizio anche nelle festività principali italiane.
Cosa ne pensano le associazioni
Le associazioni dei centri commerciali ma anche dei piccoli commercianti che lavorano nei centri commerciali hanno già mostrato un certo scetticismo al riguardo. Secondo il relatore della proposta va trovata una sintesi proprio con le associazioni visto che occorre tutelare il piccolo commerciante che vuole tenere aperto durante i festivi perché è in questi giorni che si guadagna di più.
Naturalmente sono molteplici le polemiche al riguardo. Visto che si parla nello specifico di centri commerciali, si deve considerare il fondamentale ruolo che queste strutture hanno come attrattiva e per i servizi che danno anche per i turisti e i visitatori delle città.
Ecco i probabili effetti delle chiusure durante le festività
Oltretutto chiedere i centri commerciali rischia di favorire ancora di più il commercio telematico che non ha vincoli di chiusura, né giornaliere e nemmeno orarie visto che opera 365 giorni l’anno e 24 ore su 24. nella proposta si parla di intervento normativo e pertanto ecco che si parla anche di sanzioni. Perché non ci può essere norma da far rispettare che sia priva di sanzioni. Sul già citato quotidiano si parla di multe fino a 12 mila euro in caso di trasgressione in fatto di chiusura dell’esercizio commerciale. Con in più chiusura dell’attività da uno a 10 giorni in caso di recidiva nella violazione.