Molto spesso si è portati a pensare che se si lavora di più la pensione arriva prima. Non sempre la cosa è vera, o meglio non è vera in base a cosa si intende per “lavorare di più”.
Chi inizia a lavorare da giovane e lavora più anni, sempre le sue 8 ore al giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, andrà in pensione prima di chi inizia a lavorare a 30 anni. Questo è vero. Il primo lavoratore, che inizia a versare i contributi magari a 16 anni, potrà andare in pensione prima dei 60 anni. Chi inizia a versare a 30 anni, indiscutibilmente va in pensione a 67 anni.
Nel caso di questo esempio, quindi, chi lavora di più (inteso come più anni, però) va in pensione prima perchè non deve obbligatoriamente attendere di compiere i 67 anni.
Lavorare di più aiuta ad anticipare la pensione
Supponiamo che ci sia un lavoratore che finito il suo turno di lavoro di 8 ore è impiegato con un altro lavoro altre 4 ore. Lavora, quindi, 12 ore al giorno per due datori di lavoro diversi. In anno versa 1 anno e mezzo di contributi? E questo lo aiuta ad andare in pensione prima?
Rispetto a un lavoratore che lavora solo 8 ore e in un anno versa, appunto, un anno di contributi, verrebbe da pensare che chi ne lavora 12, di ore al giorno, versa una volta e mezza i contributi normali e, quindi, si potrebbe calcolare come un anno e mezzo di contributi versati. Non è così.
Sicuramente il lavoratore che ha un doppio lavoro e versa doppi contributi va ad aumentare il montante contributivo (ovvero i soldi versati in contributi che determineranno il futuro importo della pensione) ma non gli anni di contributi versati.
Un anno di contributi è un anno di contributi
Supponiamo che nel 2023 un lavoratore svolga lavoro dipendente full time versando contributi nel FPLD e, nel tempo libero, lavori come lavoratore autonomo versando contributi in Gestione Separata. Per andare in pensione, poi, attraverso il cumulo o la ricongiunzione dovrà riunire tutti i contributi versati in un’unica gestione, in cui i contributi di sommeranno.
Quanti contributi ha versato? Un anno, 12 mesi, da gennaio a dicembre 2023. Il lavoratore ha lavorato un anno, non di più, perchè temporalmente è trascorso un anno soltanto. Sicuramente ha versato più contributi (ma anche un dirigente versa più contributi di un operaio e per ogni anno di lavoro si ritrovano entrambi con un anno di contributi). L’unica differenza, quindi, si ha nell’importo dei contributi versati che si ritroveranno, poi, nella futura pensione.
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