Come si elegge il nuovo papa Come si elegge il nuovo papa

Come si elegge il nuovo Papa? Dentro i segreti del Conclave

Scopri come si elegge un nuovo Papa: dalla clausura del Conclave alle fumate, con aneddoti storici e curiosità sul processo che guida la Chiesa verso il suo prossimo Pontefice.

Quando la Chiesa Cattolica rimane senza un Pontefice, a seguito della morte del Papa regnante o di una rinuncia, come avvenuto con Benedetto XVI nel 2013, si apre una delle cerimonie più affascinanti e misteriose al mondo: il Conclave. Un rito antico, avvolto nel silenzio e nella solennità, che culmina con la celebre frase pronunciata dal balcone della Basilica di San Pietro: “Habemus Papam”.

Che cos’è il Conclave?

Il termine Conclave deriva dal latino cum clave, ovvero “chiuso a chiave”, e indica la clausura nella quale vengono chiusi i cardinali elettori, privati di ogni contatto con l’esterno, per votare il nuovo Vescovo di Roma. Il Conclave si svolge nella Cappella Sistina, sotto lo sguardo severo degli affreschi di Michelangelo. È qui che si tengono le votazioni, secondo regole stabilite da secoli, in un’atmosfera carica di tensione, riflessione e preghiera.

Chi vota il nuovo Papa? Secondo le norme attuali stabilite dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, possono partecipare al Conclave tutti i cardinali che non abbiano compiuto 80 anni alla data della Sede Vacante (cioè alla morte o alla rinuncia del Papa). Solitamente, il numero si aggira intorno ai 120 elettori, anche se può variare.

I cardinali non votano necessariamente uno di loro, ma in teoria, chiunque battezzato di sesso maschile può essere eletto Papa. Tuttavia, nella storia recente, il Pontefice è sempre stato scelto tra i membri del Collegio cardinalizio.

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Come avviene la votazione?

Le votazioni cominciano dopo una Messa speciale, seguite dalla formula solenne Extra omnes! (“Fuori tutti!”), con cui viene chiuso l’accesso alla Cappella Sistina. I cardinali, uno alla volta, si avvicinano all’altare, depositano la propria scheda in un’urna dicendo:
“Testor Christum Dominum qui me iudicaturus est, me eligere in Papam eum, quem secundum Deum iudico eligi debere”
(“Chiamo a testimone Cristo Signore, che mi giudicherà, che sto scegliendo come Papa colui che, secondo Dio, credo debba essere eletto”).

Per essere eletto, un candidato deve ottenere i due terzi dei voti. Se l’elezione non avviene, si procede a una nuova votazione: due al mattino, due al pomeriggio.

La fumata bianca (e quella nera)

Dopo ogni scrutinio, le schede vengono bruciate. Se nessuno ha raggiunto il quorum, dal comignolo della Sistina si leva una fumata nera, segnale per il mondo intero che l’elezione non è ancora avvenuta. Quando invece il Papa è stato scelto, la fumata è bianca, accompagnata dai rintocchi delle campane di San Pietro.

È il momento in cui la folla, riunita in piazza, trattiene il fiato. Poco dopo, il cardinale protodiacono si affaccia al balcone e annuncia:
“Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam”

Aneddoti storici: dal conclave infinito al Papa venuto “quasi dalla fine del mondo”

Nel 1268, il Conclave per eleggere il successore di Papa Clemente IV durò ben due anni e nove mesi! I cittadini di Viterbo, esasperati, murarono i cardinali nella sala delle votazioni e tolsero il tetto per costringerli a trovare un accordo. Da quel momento nacque l’obbligo del Conclave a porte chiuse.

Nel 1978 si tennero due Conclavi in pochi mesi: prima per eleggere Papa Giovanni Paolo I (morto dopo soli 33 giorni di pontificato), poi per Giovanni Paolo II, il primo Papa non italiano dopo più di 450 anni, e il primo polacco della storia.

Nel 2013, a stupire il mondo fu la scelta di Jorge Mario Bergoglio, gesuita argentino, primo Papa sudamericano e primo con il nome Francesco, in onore di San Francesco d’Assisi. “Sono venuto quasi dalla fine del mondo”, disse, affacciandosi alla folla.