Negli ultimi anni gli acquisti su siti come Shein, Temu o Aliexpress sono esponenzialmente aumentati andando a crescere a un ritmo molto più rapido rispetto all’acquisto di prodotti di seconda mano.
Shein e Temu in particolare sono entrati nella top five dei rivenditori più popolari in Europa, proprio grazie a prezzi concorrenziali che permettono a chiunque di entrare in possesso di abbigliamento, calzature e beni tecnologici con un costo alla portata di tutti. In base a quello che riporta il Financial Times ad aprile 2024 le importazioni hanno toccato i 350 milioni di articoli e per frenare la diffusione di questi articoli si sta pensando all’introduzione di una nuova tassa sugli acquisti di importo inferiore a 150 euro (al di sotto di questa soglia non sono dovuti dazi doganali).
L’idea, quindi, è quella di abolire la soglia per l’esonero dei dazi doganali per i Paesi che spediscono in Unione Europea da Paesi che sono esterni al blocco. Le conseguenze per chi compra sarebbero disastrose.
La qualità dei prodotti
La Commissione Europea ha sottolinato che i prodotti venduti da piattaforme come Temu, Shein e Aliexpress è molto bassa (così come è bassissimo il costo). Tutto questo va a penalizzare i concorrenti che vendono gli stessi prodotti in Europa che devono, però, rispettare standard di qualità piuttosto rigorosi imposti dall’Ue.
La maggior parte di questi prodotti ha un costo inferiore ai 150 euro e proprio per questo arrivano direttamente ai consumatori senza essere sottoposti a controlli doganali (si stimano nel 2024 circa 4 miliardi di pacchi dal valore inferiore ai 150 euro).
La strategia che danneggia chi acquista
Le nuove misure che sono state ipotizzate sarebbe molto difficile da giustificare in base alle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e potrebbe richiedere anni per l’entrata in vigore.
L’alternativa è quella di applicare una tassa sui ricavi degli e.commerce sulle vendite in Europa che, però, comporterebbe il bisogno dell’approvazione unanime da parte di tutti i 27 Stati membri.
In entrambi i casi a rimetterci oltre a chi vende, anche chi acquista. Ovviamente se a chi vende viene imposto il dazio doganale o una tassa sui ricavi, questo si trasmette direttamente sul prezzo di vendita che sarà aumentato: di conseguenze l’eventuale tassa sarebbe pagata da chi acquista.
Fermo restando che difficilmente un produttore europeo ha la possibilità fare concorrenza sul prezzo a siti come Shein e Temu dove è possibile acquistare prodotti di abbigliamento, calzature, cosmetici, oggetti per la casa a prezzi davvero bassissimi. Questi ultimi, anche se incrementati da eventuali tasse doganali potrebbero rimanere di molto al di sotto dei costi che si dovrebbero sostenere dai produttori europei. Di fatto, quindi, entrambe le ipotesi andrebbero a intaccare l’economia di acquista senza arricchire chi vende: a guadagnarci sarebbe soltanto lo Stato a cui vengono pagate le tasse.
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