Una carriera di circa 39 anni di contributi è sicuramente una carriera rilevante e abbastanza lunga. Ma è una carriera che non sempre permette di andare in pensione, a meno che l’interessato non abbia altre caratteristiche che lo portano dentro altre misure. Soprattutto per chi come età è ancora giovane, stando alle attuali regole del sistema, non è facile arrivare alla pensione subito. Prendiamo il caso di chi ha 39 anni di contributi e 62 anni di età. Ecco cosa si può fare e quando effettivamente un individuo così può andare in pensione.
Con 62 anni di età e 39 di contributi quando si va in pensione? Ecco cosa offre il sistema
Di misure che consentono il pensionamento a chi è nato nel 1962 ce ne sono. Ma non tutte possono essere sfruttate anche a fronte di una carriera pari a 38 o 39 anni di versamenti. Per esempio la pensione anticipata ordinaria non avendo limiti di età può essere presa anche a 62 anni, ma solo con una carriera pari a 42,10 anni di versamenti per gli uomini e 41,10 per le donne. E 39 anni non bastano nemmeno per la quota 41 precoci. Servono infatti 41 anni di versamenti, di cui 35 effettivi e 12 mesi versati prima dei 19 anni di età. oltre naturalmente ad appartenere a categorie quali i caregivers, i lavori gravosi, gli invalidi e i disoccupati. Stesse categorie utili all’Ape sociale, per la quale i 39 anni di versamenti sono sufficienti, ma in questo caso è l’età a non essere in linea. Servono infatti 63 anni e 5 mesi.
Una via esiste, ma passa per la disabilità
Inutile dire che la pensione di vecchiaia non può essere la soluzione dal momento che servono 67 anni di età. La via della invalidità pensionabile potrebbe essere utile. Infatti in questo caso età e contributi (62 anni e 39 anni) sono sufficienti. ma serve il riconoscimento di una disabilità specifica per il lavoro svolto pari ad almeno l’80%. Probabilmente questa è l’unica via. Perché per esempio, non ci sono speranze per la Quota 103 e nemmeno per le vecchia Quota 100 o Quota 102. La Quota 103 ha nei 62 anni l’età giusta, ma servono 41 anni di versamenti. La quota 102 non esiste più, a meno che l’interessato entro la fine del 2022 abbia completato oltre ai 38 anni di contributi, anche i 64 anni di età. Per la Quota 100 si va ancora indietro nel tempo. Oggi possono sfruttarla ancora quelli che si trovavano al 31 dicembre 2021 con 62 anni di età e 38 anni di contributi.