260 euro irpef 260 euro irpef

Con l’acconto Irpef in dichiarazione dei redditi si torna alle 4 aliquote: la beffa

I contribuenti a debito si troveranno a pagare l’acconto Irpef più alto e calcolato con le 4 aliquote. Ecco perchè.

Molti lavoratori autonomi, dipendenti e pensionati si troveranno a fare i conti con la dichiarazione 2025 e 2026 con le 4 aliquote Irpef per l’acconto. Anche se l’Irpef, ormai, è basato su 3 aliquote dal 1° gennaio 2024. Praticamente per l’acconto Irpef si terrà conto delle quattro aliquote, più alte, facendo una sorta di prestito allo Stato, che poi sarà restituito l’anno successivo.

Ovviamente l’applicazione di una aliquota più alta va a erodere l’eventuale rimborso spettante. La Cgil dichiara che si tratta dell’ennesima ingiustizia e che la norma va corretta.

L’ingiustizia dell’acconto più alto

Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia assicura che si tratta di un disallineamento temporaneo e non di una norma strutturale. Il ministro rassicura anche che non si tratta di un problema che riguarda tutti i contribuenti ma solo chi è titolare di altri redditi.

Per questi contribuenti “è più probabile che risulti dovuto l’acconto, che gli stessi dovranno versare sulla base delle aliquote “vecchie” per poi recuperare in futuro le maggiori imposte versate”.

La Cgil non è d’accordo e ritiene che riguarderà tutti i contribuenti a debito e non solo i titolari di altri redditi.

Ma perché si prevede l’applicazione delle aliquote più alte? Si tratta di un decreto attuativo della riforma fiscale (quello stesso che introdotto le aliquote a 3 aliquote) il 216 del 30 dicembre 2023. Che prevedeva, appunto, essendo le 3 aliquote temporanee e solo per il 2024, che con la dichiarazione dei redditi 2025 l’acconto fosse calcolato in base all’Irpef a 4 aliquote.

Ma l’Irpef a 3 aliquote è stata confermata e resa strutturale, e allora perché si deve calcolare l’acconto delle imposte con l’Irpef più alta e cosa comporta?

Il Governo vuole fare cassa

Il problema dell’acconto più elevato si presenta per tutti coloro che hanno un reddito superiore a 15.000 euro. Fino al 2023, infatti, per redditi tra 15.000 e 28.000 euro era prevista l’aliquota al 25%. Dal 2024 in poi, invece, per redditi fino a 28.000 si paga l’aliquota al 23%. Si tratta di pagare un 2% in meno di tasse su i redditi che superano i 15.000 euro con un risparmio netto sulle imposte che raggiunge i 260 euro per chi ha redditi a partire dal 28.000 euro.

L’acconto Irpef, quindi, sarà più alto si, ma solo per chi ha redditi superiori ai 15.000 euro e l’importo maggiore sarà di un massimo di 260 euro che, però, in ogni caso si recupererà l’anno successivo.

Secondo la Cgil lo Stato fa cassa con anticipi non dovuti. A questo il Mef risponde che la norma è stata scritta quanto il taglio dell’Irpef era solo temporaneo.