Per chi fruisce del congedo straordinario retribuito previsto dalla Legge 104, è obbligatorio stare anche il sabato e la domenica con il disabile? Il congedo, infatti, permette di assentarsi fino a un massimo di 24 mesi dal lavoro ricevendo in cambio una indennità pari all’ultimo stipendio (calcolato sugli elementi base).
Quello che ci si domanda è se, durante la fruizione del congedo si debba prestare cura e assistenza al disabile solo nei giorni e negli orari lavorativi o se, invece, si sia obbligati a restare al suo fianco anche in eventuali giorni festivi, il sabato e la domenica (giorni in cui normalmente non si lavorerebbe).
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Congedo straordinario Legge 104, obblighi verso l’invalido
La normativa non prevede un elenco delle cose che si possono fare o no durante la fruizione del congedo straordinario, né tanto meno il legislatore ha previsto la specifica situazione del sabato e della domenica. Eventuali abusi del congedo Legge 104, infatti, sono valutati caso per caso dal giudice.
Quello che va considerato è che nella cura e l’assistenza del disabile non ci sono giorni liberi e festivi: il congedo è concesso e retribuito nell’interesse del titolare di Legge 104 a cui deve essere, quindi, garantito sempre e comunque l’aiuto di cui necessita (e non solo durante l’orario lavorativo).
Fatta questo doverosa premessa, va considerato che il congedo straordinario non deve trasformarsi neanche in una sorta di prigione per chi assiste il disabile e che non si deve per forza essere presenti a prestare assistenza 24 ore su 24.
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Il congedo straordinario non è una prigione
Con la sentenza 27232 la Cote di Cassazione ha previsto che il lavoratore che fruisce del congedo possa farsi aiutare anche da una terza persona nell’assistenza (un badante, ad esempio) a patto che la terza persona non si sostituisca completamente nel lavoro di cura e assistenza. Ci si può far aiutare, quindi, e anche sostituire, ma mai completamente.
Il lavoratore che fruisce del congedo dal lavoro può utilizzarlo anche per riposarsi dalla fatica dell’assistenza. Poniamo l’esempio di un operaio che ha chiesto i 2 anni di congedo perché deve prestate tutte le notti assistenza alla mamma malata. La mattina, poi, è sostituito da un altro familiare e va a dormire. In questo caso è lecito che l’assenza dal lavoro sia utilizzata per dormire e riposarsi dall’assistenza prestata durante la notte (sentenza 30676 del 2018 della Corte di Cassazione). Il congedo, quindi, non deve mai essere interpretato in senso stretto alla sola attività di cura.
Il sabato e la domenica, di fatto, il lavoratore che fruisce del congedo, se opportunamente sostituito da un’altra persona, può decidere di dedicare del tempo al proprio divertimento e uscire. In questo caso non si commette alcun illecito mentre si rischia la denuncia per truffa aggravata se si parte per una vacanza, anche breve e senza il disabile, durante il periodo indennizzato.