Quantificare ad una determinata età quali sono i contributi utili necessari per uscire dal lavoro è esercizio piuttosto azzardato. Perché molto dipende dalla misura previdenziale che un lavoratore dipendente deve utilizzare per lasciare il mondo del lavoro. Ma è vero però che ci sono delle età che consentono il pensionamento solo raggiungendo una determinata carriera contributiva. Perché altrimenti bisognerebbe attendere il complemento dell’età anagrafica ordinaria a 67 anni.
Pensione a 64 anni di età, quando?
Ci sono delle età però che consentono uscite diverse in base proprio ai contributi che sono stati versati. Così per esempio a 64 anni di età c’è una misura che consente l’uscita una volta raggiunti i 20 anni di contributi versati. Ma ce n’è un’altra che invece lo consente soltanto dopo aver raggiunto i 41 anni di contributi versati nel 2023. Oppure esiste la possibilità di andare in pensione per quanti giù nel 2021 avevano completato la combinazione 64 + 58. Variabili quindi, differenze marcate che non permettono di avere una strada incontrovertibile ed unica.
Ecco alcuni chiarimenti sulle uscite a 64 anni
Basterebbero 20 anni di contributi versati per poter andare in pensione con l’anticipata contributiva già a 64 anni di età. Questo per esempio e ciò che consente la misura destinata però solo a chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995. In questo caso infatti si può andare in pensione una volta raggiunti 64 anni di età ed una volta maturati 20 anni di contributi versati. Purché la loro prestazione calcolata dall’INPS alla data di liquidazione sia pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale.
In pensione con le quota nel 2023
Anche con la nuova quota 103 si può uscire a 64 anni di età. Anzi, la misura consente l’uscita già a partire dai 62 anni di età. Ma ciò non toglie che questa opzione sia possibile anche per chi non ha già superato quella età ed ha già raggiunto 64 anni. Al completamento dei 41 anni di contributi versati un 64enne nel 2023 potrebbe uscire dal lavoro grazie alla quota 103 senza particolari vincoli o limiti di platea. Ma se i 64 anni di età sono stati compiuti entro il 31 dicembre 2022, e alla stessa data erano già stati maturati 38 anni di contributi versati, c’è la possibilità anche di accedere alla pensione con la quota 102. Per lo stesso motivo chi aveva compiuto 62 anni di età entro il 31 dicembre 2021 ed aveva già maturato 38 anni di contributi all’epoca, potrà sfruttare nel 2023 la vecchia quota 100, quella che oggi non è più in vigore. Ma che vale ancora per chi ha cristallizzato il diritto alla quiescenza.