La riforma delle pensioni è un argomento sempre caldo. Ma riformare qualcosa, cambiandola significa che quella cosa non funziona o che va corretta. E il sistema previdenziale per molti andrebbe corretto dopo ciò che è accaduto nel 2012. La riforma Fornero ha prodotto alcuni cambiamenti che oggi andrebbero rivisti visto l’inasprimento dei requisiti di accesso alle pensioni che quella riforma introdusse. Ma cosa davvero accadde in quell’epoca a tal punto che oggi sono ancora molti i nostalgici delle vecchie regole di pensionamento?
Cosa sono le pensioni Quota 96? ecco di cosa si tratta
Nel 2012 per via della riforma Fornero le pensioni furono inasprite dal punto di vista dei requisiti utili all’uscita dal mondo del lavoro. Le pensioni di anzianità che consentivano l’uscita con 40 anni di contributi senza alcun limite di età furono sostituite dalle pensioni anticipate. E la carriera contributiva utile ad uscire dal lavoro a prescindere dall’età del lavoratore si issò fino ai 42 anni e 10 mesi per gli uomini oggi o sempre oggi ai 41 anni e 10 mesi per le donne. Ma ciò che scomparì del tutto e per sempre è stata la quota 96.
Quota 96 addio, ecco come si usciva con la misura
La quota 96 per anni è stata una delle misure più vantaggiose che esistevano. Perché consentiva di lasciare il lavoro già a 60 anni di età con almeno 35 anni di contributi. Certo, la quota doveva dare, sommando età e contributi il risultato di 96, ma il vantaggio era evidentissimo. Parliamo della misura che oggi ha lasciato più nostalgici e che nel 2012 lasciò al lavoro molte persone che poi negli anni sono uscite o con le salvaguardie introdotte per ben 8 volte o raggiungendo altri requisiti ed altre misure. La quota 96 per qualche mese è tornata ad essere una delle possibili misure di una ipotetica nuova riforma delle pensioni. la speranza di qualcuno è che se ne torni quanto meno a parlare.
