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Dall’INPS aumento pensioni 2025: ecco quando l’aumento della pensione del marito fa perdere soldi alla moglie

Ci sono pensioni e prestazioni erogate dall’INPS che sono collegate ai redditi sia del singolo pensionato che del suo coniuge. Le maggiorazioni sociali, ovvero le integrazioni di importo della pensione per chi ha redditi bassi sono un tipico esempio.

Ci sarebbe anche la quattordicesima tra le somme in più erogate dall’INPS a determinati pensionati e collegate alla situazione reddituale della coppia. E non si può non citare l’assegno sociale tra le prestazioni collegate ai redditi. In questo scenario, oggi analizziamo una situazione al limite, cioè quando i consueti incrementi di assegni tanto attesi dai pensionati ogni anno e collegati all’inflazione, determinano uno svantaggio. Perché l’aumento della pensione del marito a volte rischia di far perdere soldi alla moglie. Ed in alcuni casi la coppia ci rimette.

Dall’INPS aumento pensioni 2025: ecco quando l’aumento della pensione del marito fa perdere soldi alla moglie

Ogni anno l’ISTAT calcola l’aumento del costo della vita e stabilisce quale è il tasso di inflazione prima previsionale e poi definitivo. L’inflazione fa perdere potere di acquisto agli stipendi, alle pensioni e ai redditi in generale. Le leggi dello Stato prevedono il cosiddetto meccanismo della perequazione. Che vale anche per le pensioni. In parole povere i trattamenti vengono adeguati al tasso di inflazione, salendo di importo per contenere la perdita del potere di acquisto dei trattamenti erogati dall’INPS. L’attesa di tutti i pensionati è per il rateo di gennaio, quando comunemente questi incrementi sortiscono effetto.

Quindi, a gennaio di norma le pensioni vengono aumentate, in misura diversa in base al loro importo, e con un particolare meccanismo a scaglioni.
Molti pensionati attendono con ansia questi incrementi. Ma oggi vedremo come per qualcuno questi aumenti sono un concreto rischio. Ricollegandoci a quanto scritto in premessa, il rischio è che per colpa di questi aumenti si finisca fuori dal diritto a prendere altre prestazioni. Soprattutto quando per esempio la moglie di un pensionato prende l’assegno sociale.

Occhio alle soglie, basta poco e si perdono soldi al posto di riceverne di più

Diverse prestazioni pagate dall’INPS ai contribuenti italiani sono collegate ai contributi versati per commisurarne l’importo. Però altre prestazioni hanno un legame con i redditi sia del titolare della prestazione che del suo coniuge. Alla luce di quest’ultimo dato, spesso per colpa dei redditi di uno dei due coniugi, l’altro rischia di perdere delle prestazioni a cui magari avrebbe diritto.

L’assegno sociale è una misura che permette a chi è privo del diritto ad una vera pensione ed è con redditi al di sotto di una determinata soglia, di percepire una sorta di pensione. Che, come evidenza vuole, è collegata alla permanenza dei redditi in linea con quelli previsti.

Le regole per l’assegno sociale o le maggiorazioni sono rigide

Per l’assegno sociale un singolo può percepire un importo ad integrazione del proprio reddito fino a massimo 534,41 euro al mese nel 2024. Se ha reddito zero prenderà l’importo pieno dell’assegno sociale. Se ha 400 euro di redditi propri prenderà 134,41 euro di assegno sociale.

Se ne ha 300 prenderà 234,41 euro di prestazione e così via. In caso di soggetti coniugati, tutto cambia. Infatti le cifre raddoppiano. E il diritto all’assegno sociale pieno si ha se il reddito dei coniugi e pari o inferiore a 534,41 euro al mese. Mentre è ridotto se questo reddito è sopra 534,41 euro e non superiore al doppio.

In base a quanto detto prima, a volte può bastare anche un piccolo aumento di pensione del marito per far perdere il diritto all’assegno sociale della moglie. La coppia che supera 13.894,66 euro di reddito all’anno, non ha diritto all’assegno sociale. Il singolo invece non deve superare 6.947,33 euro annui. Sono le soglie 2024, che dovrebbero aumentare nel 2025.