Dall’INPS una pensione anticipata nel 2025 grazie alla legge 104 di un parente o affine

Come sfruttare la legge 104 di un parente o affine fino al secondo grado per andare in pensione anticipata nel 2025.

Le pensioni e le uscite dal lavoro sono molto variabili in base a tanti fattori. Prima di tutto si basano all’età. E poi ci sono i contributi. Ogni misura prevede un determinato numero di anni di contributi da raggiungere ed una determinata età. Poi ci sono le platee di riferimento, perché ci sono misure destinate solo a determinati lavoratori o contribuenti. Per esempio, la legge 104 è un fattore determinante per molte misure. E non parliamo di invalidità del richiedente la pensione. Parliamo di una invalidità e di assegnazione dei benefici della legge 104 ad un parente o affine addirittura fino al secondo grado. La figura del caregiver, cioè di chi assiste un parente disabile è una di quelle che aprono le porte del pensionamento con diverse misure.

Dall’INPS una pensione anticipata nel 2025 grazie alla legge 104 di un parente o affine

La legge 104 non è altro che il contenitore di tutte le misure, le prestazioni e le agevolazioni destinate a portatori di handicap e ai loro familiari. Si tratta di un insieme di agevolazioni e prestazioni che finiscono con l’agevolare anche le uscite dal mondo del lavoro e quindi le pensioni. Vantaggi direttamente per l’invalido, ma vantaggi anche per i familiari come dicevamo. Ed in questa ottica si incastona la figura del caregiver.

Il parente disabile aiuta ad andare in pensione anticipata nel 2025

Anche nel 2025 grazie alla legge 104 le pensioni possono arrivare prima per chi ha un familiare invalido da assistere.
Per i caregivers, che hanno parenti dentro alla legge 104 si possono aprire le porte della pensione con almeno tre misure. L’Ape sociale, la quota 41 per i precoci e opzione donna sono misure e prestazioni anticipate dell’INPS che tra i potenziali beneficiari hanno anche la figura del caregiver.
Parliamo quindi di soggetti che assistono un parente stretto disabile sotto i benefici della legge 104 con cui convivono da almeno 6 mesi. Sulla materia vanno fatte due precisazioni. Una sul grado di parentela, l’altro sulla convivenza. Il parente disabile deve essere di primo grado, oppure un parente o affine di secondo grado. Ma in questo caso è necessario che il parente o l’affine fino al secondo grado oltre ad essere invalido, deve essere privo di genitori o coniuge, oppure con genitori o coniugi a loro volta invalidi gravi o con oltre 70 anni di età. Per la convivenza invece, i 6 mesi partono a ritroso dalla data di presentazione della domanda. E soprattutto, la convivenza è stabilita sotto lo stesso tetto, cioè in un immobile che ha lo stesso numero civico e che al massimo può avere un interno differente nei casi condominiali per esempio.

I caregivers, la legge 104 e le pensioni anticipate

Chi ha il ruolo del caregiver può andare in pensione con la quota 41 precoci. Per questa misura non ci sono vincoli di età ma basta raggiungere 41 anni di versamenti. Di questi 41 anni, 35 anni devono essere effettivi. Significa che non si devono considerare i contributi figurativi per periodi di indennità per disoccupati percepita dall’INPS o per indennità di malattia sempre coperta dall’Istituto di Previdenza Sociale. E almeno un anno di questi 41 anni di versamenti, cioè 12 mesi di contributi o 52 settimane almeno, devono essere versati, anche se in maniera discontinua, prima dei 19 anni di età.

Ape sociale anche nel 2025 per i caregivers

Anche l’Ape sociale riguarda i caregivers. Con questo strumento un caregiver può andare in pensione con almeno 63 anni e 5 mesi di età e con almeno 30 anni di contributi versati. Rispetto alla quota 41 la misura non prevede i 3 mesi di finestra per la decorrenza ma ha delle forti penalizzazioni. Perché si tratta di una misura che dura fino ai 67 anni di età essendo una specie di indennità di accompagnamento alla vera pensione di vecchiaia. Non prevede la mensilità aggiuntiva chiamata tredicesima, non prevede trattamenti di famiglia, non ha le maggiorazioni sociali e non è integrata al trattamento minimo. Inoltre non è nemmeno reversibile in caso di prematuro decesso del pensionato ed ha un limite massimo di importo fissato a 1.500 euro al mese. Infine, non si adegua al tasso di inflazione ogni anno e non permette di svolgere un lavoro mentre si prende questa pensione, fatto salvo il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro annui di reddito.

Donne che svolgono il ruolo di caregiver, la pensione è più facile

Opzione donna è la misura che per i caregiver consente il massimo anticipo. Infatti si centra se entro la fine dell’anno precedente quello della domanda di pensione, sono stati completati almeno 61 anni di età ed almeno 35 anni di contributi. Per opzione donna però si può anticipare ancora prima. Già a 59 anni per esempio. Dipende dai figli avuti. Infatti chi ha avuto un figlio può andare in pensione come caregiver se entro la fine dell’anno precedente ha completato almeno 60 anni di età. Con due o più figli invece, basta che al 31 dicembre dell’anno precedente l’età completata sia pari a 59 anni. Per chi intende uscire come caregiver nel 2025 con opzione donna, la data entro cui completare i requisiti è quella del 31 dicembre 2024.