Era molto atteso il decreto che di fatto portava a compimento quanto previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sull’eliminazione dal calcolo dell’ISEE di alcuni patrimoni mobiliari.
E adesso tutto è andato in porto, con la pubblicazione del Decreto in Gazzetta Ufficiale e con le nuove regole che entreranno in vigore ad una data precisa.
Ma cosa cambia davvero e quali sono le novità? Una domanda che bisogna porsi anche perché non c’è solo la questione dei Titoli di Stato, dei libretti o dei buoni postali a tenere banco.
Decreto in Gazzetta, per l’ISEE nuove regole di calcolo e si abbassano i valori
Dal 5 marzo entrano in vigore le novità sull’ISEE e cambiano le regole di calcolo di alcune attestazioni. Infatti vengono esclusi alcuni titoli di risparmio a garanzia statale e quindi, si arriva ad un calcolo dell’ISEE più favorevole che rende più facile accedere a prestazioni agevolate, sussidi e bonus per molte famiglie.
Se consideriamo che parliamo dell’ISEE, ovvero dello strumento che serve per accedere ad un numero infinito di prestazioni a carattere assistenziale, e che serve per determinare sia il diritto che la misura di queste prestazioni, ecco che le novità interessano tante famiglie.
Il Decreto in Gazzetta, ma serve ancora del tempo per capire come intervenire
Il Dpcm numero 13 del 14 gennaio 2025 va in Gazzetta Ufficiale e via libera alla cancellazione dei titoli di Stato, dei buoni fruttiferi e dei libretti postali dal calcolo dell’ISEE. Le novità entrano in vigore dal 5 marzo. E adesso si attendono le istruzioni dell’INPS con il relativo cambio del modello DSU, cioè del modello di Dichiarazione Sostitutiva Unica che serve proprio per ottenere l’ISEE.
Perché è vero che ormai la novità è in vigore, ma è altrettanto vero che adesso l’INPS deve aggiornare le procedure. In modo tale da permettere di produrre una DSU in linea con queste noviutà visto che adesso, non inserendo i titoli di Stato e le altre forme di risparmio a garanzia statale che vengono escluse dal Decreto, l’INPS rilascia una attestazione difforme.
Cosa bisogna fare adesso per chi ha già un ISEE valido
Chi deve ancora presentare la DSU e quindi deve ancora ottenere l’ISEE, se non gli serve per questioni urgenti, farebbe bene ad aspettare le novità dell’INPS.
Chi invece ha già ottenuto l’attestazione (e sono tante famiglie visto che Assegno di Inclusione e Assegno Unico pretendevano il rinnovo dell’ISEE quanto prima possibile), deve attendere le novità dell’INPS per capire se deve presentare una nuova DSU o se l’Istituto adotterà altri metodi per correggere, magari automaticamente, il valore delle certificazioni già rilasciate.
ISEE corrente, disabili e le altre cose che cambiano per il calcolo dell’ISEE
Nel decreto cambiano pure le regole di calcolo per le prestazioni legate alle disabilità. Alcune delle quali che adesso verranno escluse dal calcolo dell’ISEE mentre prima no.
Alcune modifiche riguardano pure il calcolo dell’ISEE corrente. Parliamo di quell’ISEE che viene richiesto dopo aver ottenuto l’ISEE ordinario da parte di chi si trova in situazioni peggiori dal punto di vista economico e patrimoniale rispetto all’anno di riferimento dell’ISEE. In pratica, da parte di chi nel 2023 (anno di riferimento per l’ISEE 2025) viveva in condizioni reddituali e patrimoniali migliori di quelle odierne.
Dal 5 marzo l’ISEE corrente potrà essere calcolata per soggetti che hanno subito una risoluzione, una sospensione o una riduzione della loro attività lavorativa o se sono disoccupati alla data di presentazione della DSU. In quest’ultimo caso, è necessario che nell’ultimo anno, ovvero nei 12 mesi precedenti a partire dalla data di sottoscrizione della DSU l’interessato abbia almeno 120 giornate lavorative.