La Naspi è l’indennità per disoccupati che l’Inps eroga a chi perde involontariamente il posto di lavoro.
Perdita involontaria del lavoro dicevamo, perché è proprio così, occorre che il lavoratore dipendente non si sia dimesso da solo.
Effettivamente sarebbe un controsenso se l’Istituto erogasse un sostegno a chi resta senza lavoro per sua libera scelta.
Ma se il lavoratore dipendente si dimette per giusta causa, cioè, a seguito di gravi inadempimenti del datore di lavoro, la Naspi sarebbe lo stesso spettante.
Naspi e dimissioni per giusta causa, come fare?
In altri termini la perdita dell’occupazione si considera involontaria ed utile alla Naspi, anche quando il lavoratore si dimette per giusta causa.
Per poter richiedere la Naspi per giusta causa occorre che la giusta causa sia
espressamente indicata nel modulo di dimissioni online.
Infatti le dimissioni i lavoratori le devono dare obbligatoriamente in versione telematica e nel modello, nell’area “tipo di comunicazione” occorre scrivere “per giusta causa”.
Naspi con dimissioni per giusta causa, quando fare domanda?
Una volta che si è provveduto a inoltrare a regola d’arte e con la giusta dicitura le dimissioni, per presentare domanda di Naspi occorre accertarsi di un adempimento del datore di lavoro. Quest’ultimo deve inviare il modello Unilav Cessazione. Solo dopo che il datore di lavoro ha ratificato il tutto, confermando le dimissioni, il dipendente può inoltrare la domanda di Naspi all’Inps.
Il mancato pagamento dello stipendio, il mancato versamento della contribuzione previdenziale, il mobbing, sono solo alcune delle più frequenti motivazioni che adducono alla giusta causa di dimissioni.