Molto spesso si è, erroneamente, certi che il trattamento spetti sicuramente al compimento dei 67 anni. Basta aver versato i 20 anni di contributi minimi. Ma può capitare che, pur avendo entrambi i requisiti, ci si trovi con la domanda di pensione respinta senza capirne il motivo. Cerchiamo di capire quali sono gli errori da evitare quando ci si avvicina ai 67 anni per essere certi di ricevere il proprio assegno pensionistico.
Domanda di pensione respinta a 67 anni
In molti casi non basta compiere i 67 anni di età e aver maturato i 20 anni di contributi per avere diritto alla pensione di vecchiaia. Per chi ha contributi versati prima del 1996 si, questi requisiti bastano e non c’è alcun problema ad ottenere la prestazione di vecchiaia.
Il problema si pone per chi ha contributi versati solo a partire dal 1996. In questo caso per vedersi riconoscere il diritto alla prestazione, infatti, è necessario anche soddisfare un terzo requisito che riguarda l’importo dell’assegno che si andrà a percepire. L’assegno non potrà essere di importo inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale INPS.
E considerando che per il 2023 l’importo dell’assegno sociale INPS è di circa 503 euro, si parla di una pensione di circa 754,5 euro. Se spettasse un importo più basso la domanda di pensione verrebbe irrimediabilmente respinta. E sarebbe necessario attendere il compimento dei 71 anni per poter richiedere la pensione di vecchiaia contriutiva: a quell’età, infatti, la pensione sarebbe erogata indipendentemente dall’importo.
Il cosniglio per chi ha iniziato a versare contributi a partire dal 1996 è quello di farsi fare da un Patronato una simulazione dell’importo spettante. In questo modo sarà già preparato all’eventuale risposta negativa dell’INPS e potrà, in anticipo, provvedere ad aumentare l’importo della futura pensione. Magari versando contributi volontari.