Più giorni passano più è probabile che il governo vari una riforma delle pensioni fatta di misure tampone e sperimentali. Anche se non si può parlare di riforma in senso largo, le novità potrebbero essere interessanti. Si tratterebbe di nuove misure temporanee che serviranno al governo per dare ossigeno al sistema e ai lavoratori per poi passare a varare una vera e propria riforma delle pensioni. Misure temporanee che non possono prescindere dalle conferme per il 2023 dell’APE sociale e di opzione donna. Proprio le donne sono quelle interessate da quest’ultima misura che se prorogata permetterà il pensionamento anticipato a numerose altre lavoratrici oltre a quelle che già in questi anni hanno sfruttato la misura. E per le donne in pensione anticipata anche nove anni prima potrebbe non essere una cosa azzardata.
A 58 anni in pensione, quali contribuenti potranno sfruttare l’opzione nel 2023?
Andare in pensione con opzione donna nel 2023 significherà permettere a lavoratrici autonome di uscire già con 59 anni di età, mentre le lavoratrici dipendenti potranno farlo a partire dai 58 Proroga significa allungare la scadenza della misura ma senza intaccarne i requisiti ed i relativi benefici. Altrimenti si dovrebbe parlare di revisione di opzione donna. I requisiti pertanto resteranno praticamente identici a quelli di quest’anno. Ma qualcosa effettivamente cambierà, anche perché le lavoratrici che puntano l’opzione, sanno bene quali sono i vincoli della misura.
Cambia la data di maturazione dei requisiti, non quella della decorrenza della pensione
Uscita a 58 anni di età o a 59 anni, a seconda che la lavoratrice sia dipendente o autonoma sarà una possibilità che varrà anche nel 2023. Come sempre serviranno oltre all’età anche i 35 anni di contributi versati. Oltretutto, bisognerà accettare il ricalcolo contributivo della prestazione, anche perché la misura si chiama regime sperimentale contributivo donna. Inoltre rispetto alla misura oggi in vigore cambia la data entro cui raggiungere questi requisiti. Infatti la misura riguarda sostanzialmente le donne che completano almeno i 59 anni di età (o i 58 anni di età) insieme ai 35 anni di contributi, entro il 31 dicembre 2022.
Finestre mobili e benefici per molte
Resterà anche il vigore il meccanismo della finestra mobile di 12 mesi. In pratica aperta la possibilità di pensionamento alle lavoratrici nate entro il 1964 se sono lavoratrici dipendenti o entro il 1963 si sono lavoratrici autonome. Un vantaggio anche per chi ha già 60 o più anni e magari non avevano raggiunto i 35 anni di contributi entro la fine del 2021.