Abbiamo scritto qualche giorno fa, un articolo che evidenzia il doppio calcolo che l’INPS effettua sulle pensioni retributive, quelle cioè dei lavoratori che al 31 dicembre 1995 avevano maturato almeno 18 anni di contributi.
Un nostro lettore al riguardo scrive:
Gent.ma d.ssa Patrizia Del Pidio,qualche giorno fa ho letto il suo interessantissimo articolo Il doppio calcolo per abbassare l’assegno, riportato sulla testata online di Pensioni& Fisco.it e che pone in evidenza le ingiuste decurtazioni operate dall’INPS sul sistema di calcolo retributivo. Poiché sono un ex dipendente della P.A. (ex INPDAP) collocato in pensione dal 1° gennaio 2019 con un’anzianità contributiva di 42 anni e 11 mesi (rientro nel sistema retributivo avendo maturato alla data del 31/12/1995 19 anni e 6 mesi di contributi) le chiedo quali potrebbero essere i provvedimenti da adottare e/o i consigli che lei suggerirebbe al fine di potermi difendere da questa ingiustizia sociale e rivendicare, quindi, il mio sacrosanto diritto di ottenere il rateo di pensione che mi compete. La ringrazio per la sua squisita attenzione che ha voluto dedicare alla presente e confidando in un suo pregiato riscontro mi è gradito significarle distinti saluti.
Doppio calcolo, ci si può tutelare?
Il doppio calcolo in questione, purtroppo, è stato dalla legge di Stabilità 2015, ovvero la legge 190 del 2014 all’articolo 1 commi 707/709.
Come tutti ben sappiamo il sistema di calcolo contributivo è meno conveniente di quello retributivo e di fatto, quindi, chi aveva calcolo retributivo fino alla fine del 2011, per i contributi maturati successivamente a questa data il calcolo sarebbe dovuto essere meno conveniente. Ma chi aveva retribuzioni medio alte il calcolo contributivo era stato un affare e aveva dato luogo a pensioni più elevate (vanificando, di fatto, il fatto di essere passati al calcolo contributivo) rispetto a quelle che avrebbero ottenuto con il calcolo retributivo.
Per ovviare a questa convenienze per il pensionato, quindi, è intervenuta la legge di Bilancio 2015 introducendo il doppio calcolo che, liquida, alla fine la pensione meno conveniente.
Di fatto è tutto legale, non si può fare nulla visto che a prevedere questo meccanismo è una legge. Si tratta di un imbroglio (ma solo a parole, nel senso che è un imbroglio legalizzato) perché sebbene per chi ha versato almeno 18 anni di contributi al 1995 ha visto applicare il sistema contributivo dal 2012, ai pensionati che hanno avuto liquidazione della pensione dal 2012 con la legge di Bilancio 2015 è stata ricalcolata anche la pensione degli anni indietro ed è stata chiesta la restituzione delle quota in più avute. Di fatto il doppio calcolo, quindi, ha avuto valenza retroattiva.
In base alla legge, quindi, il rateo pensionistico che le è stato erogato è quello che le compete (in base al doppio calcolo). Ma non può essere sicuro neanche che sia stato penalizzato dalla cosa: se nel suo caso, infatti, era meno conveniente il calcolo misto è stato applicato quello senza dover ricorrere al ricalcolo totalmente contributivo (che ricordiamo è stato applicato a pensioni medio alte).
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