Prima di tutto bisogna trovare il giusto modo per andare in pensione. Perché andarci non è certo facile. E poi bisogna evitare i tagli di assegno che la pensione anticipata spesso impone ai beneficiari. Perché oramai sono sempre tante le pensioni anticipate penalizzate dalle normative. Una sorta di sacrificio sull’altare della pensione anticipata, questo possiamo dire dei tagli imposti ad alcune prestazioni pensionistiche anticipate. L’esempio che da sempre si fa da questo punto di vista è quello di opzione donna. Per sfruttare il vantaggio dell’uscita anticipata alle lavoratrici viene imposto di accettare un calcolo penalizzante della prestazione. Ma questo è ciò che accade anche ad altre misure. Non ultima la pensione per quotisti 2024, cioè la Quota 103.
Ecco 3 modi per andare in pensione senza penalità a 63, 64 o 66 anni
La Quota 103 scadeva il 31 dicembre 2023 ma il governo l’ha prorogata per tutto il 2024. La pensione anticipata con questo strumento previdenziale è penalizzata rispetto 2023. Ed è stato imposto come per opzione donna, il calcolo contributivo della prestazione. Ma non solo, perché ci sono altre penalizzazioni di assegno, soprattutto per chi compie i 62 anni di età nel 2024. Nello specifico fino al 31 dicembre 2023 la quota 103 prevedeva i seguenti requisti:
- 62 anni di età almeno;
- contribuzione versata pari ad almeno 41 anni di cui 35 effettivi.
Due requisiti che anche nel 2024 sono rimasti inalterati. Ciò che è cambiato sono le regole di calcolo che nel 2023 erano miste, cioè contributive fino al 1996 e retributive dopo (o retributive fino al 2012 con almeno 18 anni di contributi versati prima del 1996). Oggi invece la pensione di Quota 103 è calcolata con il contributivo. L’importo massimo del trattamento nel 2023 era fino a massimo 5 volte il trattamento minimo mentre oggi non si può superare 4 volte questo trattamento minimo. Solo chi ha completato 41 anni di contributi e 62 anni di età nel 2023, se non ha sfruttato la Quota 103 nel 2023, può farlo oggi, andando in pensione con le regole più vantaggiose del 2023.
Salvaguardati i lavoratori che hanno maturato contributi in determinati periodi
Diciamo che anche per la Quota 103 si applicano le stesse salvaguardie disponibili ancora oggi per le vecchie Quota 100 e Quota 102. La Quota 100 permetteva fino al 31 dicembre 2021 di andare in pensione con:
- 62 anni di età;
- 38 anni di contributi versati.
Dal primo gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 invece la Quota 102 permetteva di andare in pensione con:
- 64 anni di età;
- 38 anni di contributi.
La guida per salvarsi da tagli e penalizzazioni di assegno
Per quanti hanno completato i requisiti per la quota 100 entro la fine del 2021 o per la quota 102 entro la fine del 2022, la pensione con queste due misure può essere usata come alternativa alla Quota 103.
Prendiamo ad esempio un soggetto nato nel 1961 se ha completato i 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023. Per lui c’è la Quota 103 nella versione 2023. Un soggetto nato nel 1958 con 38 anni di contributi completati al 31 dicembre 2022, nel 2024 può andare in pensione con la Quota 102. Infine, un soggetto nato nel 1959, che alla data del 31 dicembre 2021 aveva maturato 38 anni di contributi, può sfruttare ancora oggi la Quota 100. E si tratta in tutti e tre i casi, cioè per Quota 100, Quota 102 e Quota 103/2023 di misure che non prevedono tagli e ricalcoli contributivi.