Quando è il momento di andare in pensione se tutto si riduce semplicemente alla pensione anticipata ordinaria o alla pensione di vecchiaia, è evidente che le opportunità per i lavoratori sono ridotte. Ma anche se il campo si allarga a misure alternative quali sono l’Ape sociale, la quota 41 per i precoci, la quota 103 o opzione donna, la situazione non cambia. Anche perché parliamo di misure che hanno numerosi vincoli e tanti limiti e che quindi sono difficili da centrare. Oggi però allarghiamo le possibilità dei contribuenti inserendo tra le varie misure che si possono sfruttare anche quattro canali di pensionamento che probabilmente molti non considerano o sottovalutano. E sono canali di pensionamento che effettivamente possono portare ad andare in pensione prima del previsto per molti lavoratori contami
Ecco 4 strade alternative che ti portano alla pensione prima di quanto credi ma poco utilizzate
Pochi sanno che ci sono delle misure ormai cessate ma per le quali, chi è riuscito a maturare i requisiti in tempo utile, può ancora ottenere il vantaggio dell’uscita anticipata. Un tipico esempio riguarda i nati nel 1958 che avevano già 38 anni di contributi versati entro il 31 dicembre 2022. In questo caso infatti se hanno continuato a lavorare fino al 2024, per loro si potrebbe aprire, stranamente, la possibilità di andare in pensione con 40 anni di contributi come le vecchie pensioni di anzianità. Infatti sembra inverosimile, ma dopo 40 anni di contributi versati la soluzione per andare in pensione c’è ed è con la quota 102. Anche se la misura, come dicevamo, ha chiuso i battenti nel 2022, anche oggi può essere ancora sfruttata.
E chi ha 40 anni di contributi e crede di dover lavorare ancora qualche anno, è fuori strada. la cristallizzazione del diritto alla quota 102 è una salvezza.
La cristallizzazione di quota 100 per la pensione prima del previsto
Una cosa simile si può fare pure con la quota 100. In questo caso possono bastare anche 38 anni di contributi per chi per esempio negli ultimi 3 anni non ha lavorato. Infatti la quota 100 è stata cessata il 31 dicembre 2021 ed è stata sostituita naturalmente della quota 102. La cessazione della misura che è stata valida per il triennio 2019-2021 permette di andare in pensione con 62 anni di età e con 38 anni di contributi versati. È evidente che per i nati nel 1959 che nel 2024 hanno compiuto 65 anni se il 31 dicembre 2021 avevano già 38 anni di contributi versati, c’è la possibilità di andare in pensione con questa quota 100 anche adesso. Sfruttando pure in questo caso quella che si chiama cristallizzazione del diritto. A prescindere che nei tre anni dall’interruzione di quota 100 l’interessato abbia lavorato, arrivando a 39, 40 o 41 anni di contributi, o si sia fermato alla carriera del 2021.
Opzione donna favorisce le uscite dai 61 anni
Una donna invece che al 31 dicembre 2021 aveva già 35 anni di contributi, oggi può tranquillamente andare in pensione anche a 61 anni. Perché è evidente che nel 2021 aveva i 58 anni che insieme ai 35 anni di contributi possono concedere la possibilità alla lavoratrice dipendente di andare in pensione con opzione donna. Non serve aver continuato a lavorare dal 2021 ad oggi. E non serve appartenere ad invalide, caregivers, licenziate o alle prese con aziende in crisi per accedere ad opzione donna. Queste sono le categorie a cui si applica l’opzione donna di oggi, quella che dal 2023 è stata parzialmente modificata e ritoccata. La dipendente che nel 2021 aveva 58 anni di età o l’autonoma che invece aveva 59 anni, ha maturato il diritto alla vecchia opzione donna e può andare in pensione subito.
Occhio alla tipologia di lavoro svolto, si possono ottenere favorevoli opportunità di andare in pensione prima
Il lavoratore addetto ai lavori gravosi o ai lavori usuranti, può sfruttare la quota 41 per i precoci. Bastano 41 anni di contributi. I lavori gravosi possono avere accesso anche all’Ape sociale con 36 anni di contributi e 63,5 anni di età. Gli usuranti invece hanno un loro scivolo che permette di uscire con quota 97,6, con almeno 61,7 anni di età ed almeno 35 anni di contributi. E se un addetto ai lavori gravosi o usuranti ha 30 anni di contributi cosa può fare? La risposta è che può anticipare la pensione di vecchiaia di 5 mesi. Non un grande vantaggio ma è pur sempre qualcosa. Infatti per gli addetti ai lavori usuranti o ai lavori gravosi non si applica l’aumento di 5 mesi previsto nel 2019, quando l’età pensionabile passò da 66 anni e 7 mesi a 67 anni.
Quindi i lavori gravosi e i lavori usuranti consentono l’uscita ancora a 66 anni e 7 mesi di età. Ma servono 30 anni di contributi e tutti da lavoro, cioè senza nessun contributo diverso, sia esso figurativo, da riscatto o volontario.