Anche nel 2023 continuerà ad essere determinante per andare in pensione, il tipo di lavoro svolto. Infatti ci sono i lavori gravosi con la quota 41 o con l’Ape sociale, i lavori usuranti dello scivolo loro destinato. E per entrambe queste categorie, c’è anche uno sconto di qualche mese sull’età pensionabile vigente. Non sarà un grande vantaggio, ma resta comunque una possibilità concreta di anticipare la pensione. Infatti anche nel 2023, ci saranno lavoratori che riusciranno ad anticipare di 5 mesi la loro quiescenza. Con 30 anni di contributi la pensione nel 2023 arriva 5 mesi prima per determinati lavoratori. Ecco perché c’è questa possibilità e quali sono questi lavoratori.
Pensioni anticipate 2023, c’è chi avrà 5 mesi di sconto sull’età
È solo di cinque mesi, e riguarda solo determinati lavoratori alle prese come al solito con le mansioni gravose o usuranti, ma la pensione prima dei 67 anni non è impossibile da raggiungere. Anche se con solo 5 mesi di anticipo. Sulle pensioni anticipate 2023, c’è chi avrà 5 mesi di sconto sull’età. Lo sconto è rispetto ai requisiti canonici e riguarda la pensione di vecchiaia ordinaria. Infatti a fronte di 10 anni di carriera in più necessari, perché i contributi da versare non sono pari a 20 anni ma devono essere almeno 30 anni, i lavoratori potranno uscire con 66 anni e 7 mesi di età.
La stima di vita, i gravosi e cosa incide sull’anticipo del trattamento pensionistico
Tutto dipende dalla stima di vita. Tra i vantaggi del lavoro gravoso oltre alla quota 41 e all’Ape sociale pure il congelamento dell’ultimo scatto relativo all’aspettativa di vita. Infatti l’età pensionabile passata da 66,7 anni di età a 67 anni, non ha riguardato quanti svolgono una delle 15 attività di lavoro gravoso previste originariamente. E non riguarda quanti svolgono uno dei lavori previsti per lo scivolo usuranti. Pertanto pure nel 2023 potranno andare in pensione con 66,7 anni di età e 30 anni di contributi i lavoratori che rientrano in quelle previste dalla legge n° 232 del 2016 (lavori gravosi) e nel decreto legislativo n° 67 del 2011.