Chi paga più tasse in Italia? Chi si fa carico della maggior parte della spesa pubblica di cui tutti usufruiamo? La risposta su come è ripartito il carico fiscale del nostro Paese ci viene da Itinerari previdenziali che con un report sulle dichiarazioni dei redditi 2023 illustra la situazione delle tasse versate in Italia.
Un quinto dei contribuenti italiani si fa carico del 63% del totale delle tasse versate sul reddito nel nostro Paese. Si tratta, ovviamente, del 20% della popolazione che ha i redditi più elevati. Due quinti dei contribuenti, invece, versa solo l’1% dell’Irpef totale (il 40% della popolazione).
Chi paga più tasse in Italia?
Il sistema di tassazione che c’è nel nostro Paese è progressivo e proprio per questo appare logico pensare che chi guadagna di più paga, ovviamente di più. Ma c’è una sproporzione enorme tra il 20% che versa il 63% del totale e il 40% che versa l’1% delle tasse.
Lo Stato per ogni cittadino spende in media 2.221 euro l’anno per garantire i servizi di assistenza sanitaria e cura alla persona. Solo 19 milioni di italiani versano almeno questa cifra di tasse mentre sono 31 milioni quelli che versano meno.
La conseguenza di quanto detto va ricercata nel fatto che i redditi medio bassi versano meno tasse: nel 2013 un lavoratore con redditi di 15.000 euro versava 240 euro di tasse mentre nel 2024, per effetti del taglio al cuneo fiscale ne versa solo 50 euro. Da tenere presente, poi che dall’Irpef sono uscite voci di reddito importanti che sono versate con aliquote sostitutive come:
- reddito delle case messe in affitto (cedolare secca);
- redditi dei lavoratori in regime forfettario (flat tax);
- guadagni sulle operazioni finanziarie.
L’evasione e assistenzialismo incidono maggiormente
Ma a incidere maggiormente sullo scenario appena descritto è l’evasione fiscale pari a:
- 3,9 miliardi l’anno per i lavoratori dipendenti;
- 29,6 miliardi l’anno per i lavoratori autonomi.
Tra il 2008 e il 2023, poi, sono aumentate a dismisura le persone che versano in uno stato di povertà assoluta: da circa 2 milioni a quasi 6 milioni, si parla di un dato che in circa 15 anni è triplicato. Lo Stato, bisogna ricordare, integra le pensioni molto basse al minimo e una fetta della spesa sociale va proprio nel pagamento di questa integrazione e nella pensione di chi non ha versato abbastanza o per nulla i contributi (Assegno sociale). Per le generazioni passate nella maggior parte dei casi si tratta delle donne che sono cresciute in un periodo in cui non c’era prospettiva per l’occupazione femminile e si limitavano a fare le casalinghe. In questa situazione versano il 40,6% dei pensionati e il peso per lo Stato è abnorme.
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