Le stime dell’Istat oltre a essere chiare sono anche molto nefaste: si andrà in pensione a 70 anni. La popolazione sta invecchiando e questo crea uno squilibrio tra vecchie e nuove generazioni. Il calo della natalità che si aggiunge a questo scenario tutt’altro che roseo, non ha altro che avere un ulteriore impatto sulle politiche previdenziali.
L’analisi che fornisce l’Istat è impietosa e mette in crisi non solo il Governo: la popolazione sta invecchiando sempre di più e le nuove leve sono troppo poche per mantenere una situazione di equilibrio: fra pochi anni, nel 2031 si stima che le persone con più di 65 anni saranno il 27,7% della popolazione italiana, ma si deve tener conto, nel restante 72,3% anche di bambini, studenti, disoccupati, pensionati prima dei 65 anni e inoccupati. Lo scenario è spaventoso se si pensa che nel 2023 questo dato era del 24,4% e tenderà ad aumentare del 10% entro 16 anni.
Chi rischia la pensione a 70 anni?
Con il passare degli anni la popolazione attiva, quella che lavora, dovrà provvedere a fronteggiare i fabbisogni degli anziani che saranno sempre più longevi e di numero crescente. Senza un intervento che ritardi il pensionamento di chi lavora il sistema previdenziale non sosterrebbe questo invecchiamento e proprio per questo l’età pensionabile si alzerà, man mano fino ad arrivare a 70 anni per accedere alla pensione di vecchiaia, nel 2051.
Sembra un futuro molto lontano ma va considerato che mancano soltanto 27 anni e questo futuro interessa fino ai nati nel 1981, gli attuali quarantatreenni.
Poche nascite e troppi morti
Oltre all’invecchiamento della popolazione in Italia c’è anche il problema del calo demografico: troppo poche sono le nuove nascite a fronte di un numero di morti che superano i nuovi nati. La popolazione italiana, quindi, sta scendendo di numero e il processo va invertito perché, ricordiamo, che saranno le nuove leve (i bebè di oggi) a versare i contributi per le pensioni di domani.
I primi mesi del 2024 non mostrano miglioramenti nel processo di calo demografico: nel 2024 a fronte di 210 mila nascite si sono avuti 372 mila decessi. Scendono le nascite (4.000 in meno) rispetto al 2023, ma scendono anche i decessi (17.000 in meno).
Famiglie sempre più piccole
L’Istat a fronte dello studio prevede che in futuro le famiglie italiane saranno sempre più piccole a caratterizzate da maggiore frammentazione. Saranno, inoltre, sempre meno le coppie che sceglieranno di avere figli. Nei prossimi 7 anni aumenteranno i nuclei familiari composti da una sola persona, sintomo che sempre più spesso ci sono persone che scelgono di vivere sole (9,4 milioni nel 2024).
A preoccupare maggiormente per la tenuta del sistema previdenziale è il rapporto degli attivi e dei non attivi: il rapporto è decrescente. L’Italia è diventato un Paese per vecchi dove i giovani sono meno degli anziani. La conseguenza di questa tendenza è un aumento dell’età pensionabile e proprio questi dati spingono l’Istat a dire che nel 2051 per andare in pensione di vecchiaia saranno necessari 70 anni.
Rispetto agli attuali 67 anni, si passerebbe:
- a 67 anni e 3 mesi dal 2027;
- a 67 anni e 6 mesi dal 2029 ;
- a 67 anni e 9 mesi a decorrere dal 2031;
- per arrivare a 69 e 6 mesi dal 2051.
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