Ad una certa età tra stanchezza, stress, acciacchi vari e così via dicendo, continuare a lavorare non è la cosa più semplice da fare. Così come ad una certa età trovare un nuovo lavoro per chi lo ha perduto o per chi lo vuole solo cambiare, perché troppo logorante, non è facile. E poi ci sono le cosiddette fragilità. perché ci sono persone più vulnerabili di altre.
E ad una età piuttosto avanzata le fragilità si sentono di più.
Parliamo di difficoltà fisiche, di famiglia, di lavoro e reddituali. Ma sono tutte condizioni che richiamano alla possibilità di uscire dal lavoro con un reddito ponte che di fatto accompagna alla pensione anche se non sono stati ancora raggiunti i requisiti anagrafici previsti. Che come tutti sanno sono i 67 anni di età. Ecco come aspettare la pensione con 1.500 euro al mese dal 2025 al 2029, perché c’è un autentico reddito ponte che permette di fare esattamente questo.
Ecco come aspettare la pensione con 1.500 euro al mese dal 2025 al 2029
Questo è quello che possono fare quanti completano i requisiti per l’Anticipo Pensionistico sociale, meglio noto con l’acronimo di Ape sociale.
Di fatto si tratta di una misura che permette di aspettare la pensione prendendo per 4 anni circa un reddito ponte da 1.500 euro al mese per 12 mesi all’anno.
Con l’Ape sociale si può lasciare il lavoro in effetti, a partire dai 63 anni e 5 mesi di età. Però in base alla categoria di appartenenza, che va pescata tra i fragili, serve una contribuzione tra i 30 ed i 36 anni.
In effetti servono almeno 36 anni per gli addetti ad una delle 15 categorie di attività lavorative considerate troppo logoranti e valide anche per i precoci e la loro quota 41. E parliamo quindi di fragili per questioni lavorative, dato che l’alternativa al reddito ponte sarebbe continuare per circa 4 anni a lavorare e svolgere un lavoro logorante anche ad un’età di oltre 63 anni.
Per avere diritto all’Ape sociale questi lavori gravosi devono essere stati svolti per almeno 6 degli ultimi 7 anni di carriera oppure in alternativa, per almeno 7 degli ultimi 10 anni.
Ecco quando bastano 30 anni di contributi versati
Meno lunga la carriera contributiva che serve per l’Ape sociale come invalidi, caregivers e disoccupati. Sono le altre tre categorie di fragili a cui la misura è destinata (e pure la quota 41 precoci). Fragili per questioni fisiche (invalidi), per questioni familiari (invalidi da assistere per i caregivers) e per questioni reddituali e lavorative (i disoccupati).
In effetti per queste categorie servono 30 anni di contributi. Nello specifico dei caregivers, serve che la convivenza con il disabile da almeno 6 mesi prima di presentare la domanda. Per quanto concerne i disoccupati, si parla di soggetti che hanno perso involontariamente il lavoro ed hanno preso tutti i mesi di Naspi spettante fino all’ultimo. per gli invalidi invece basta il 74% di invalidità certificata dalle commissioni mediche INPS/ASL.
Ape sociale dal 2025 al 2029, come funziona?
L’Ape sociale non è una pensione vera anche se può sembrare che lo sia. Infatti come detto già in precedenza, è un assegno di accompagnamento alla pensione. Un reddito ponte che porta il beneficiario a prendere la pensione vera e propria accompagnandolo con una rendita fino a 67 anni di età. Quindi, chi esce con l’Ape nel 2025 nel 2029 dovrà presentare la domanda di pensione di vecchiaia.
Durante tutti gli anni in cui si prende questo beneficio, l’Ape sociale non prevede tredicesima, non prevede trattamenti di famiglia, non prevede maggiorazioni e nemmeno l’indicizzazione al tasso di inflazione. Inoltre l’Ape sociale non è reversibile a causa del decesso prematuro del beneficiario e non può essere di importo superiore a 1.500 euro al mese. Chi prende l’Ape sociale non può in nessun caso arrotondare la pensione con un reddito da lavoro, sia da dipendente che da autonomo. A meno che non svolga saltuariamente attività che si collocano dentro il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito per anno solare.