Pensione subito a 64 anni, 3 anni con assegno tagliato e poi pensione intera Pensione subito a 64 anni, 3 anni con assegno tagliato e poi pensione intera

Ecco come si va in pensione nel 2025 per i nati fino al 1962, assegno da 1.500 euro al mese

Ecco come la pensione nel 2025 sarà una possibilità anche per i nati fino al 1962, con un assegno da 1.500 euro al mese.

Se qualcuno aveva riposto speranze di poter andare in pensione nel 2025 le sue speranze probabilmente sono esaudite. Molti lavoratori nati entro il 1962 che non avrebbero avuto possibilità di andare in pensione senza un intervento del governo che era molto atteso, adesso possono guardare al 2025 con la speranza di poter finalmente lasciare il lavoro. Oggi 6 novembre la manovra di Bilancio, con il testo della legge finito a Montecitorio, è ancora in discussione. Ma su una misura che è stata inserita nel testo non si parla praticamente più. Evidentemente la misura sarà attiva anche nel 2025. Ed in attesa che l’INPS recepisca ciò che il governo ha introdotto e rinnovi le piattaforme utili a chi deve presentare la domanda di certificazione del diritto, ecco i chiarimenti necessari sull’APe sociale, che è la misura che consentirà a chi compie 63 anni e 5 mesi di età nel 2025 di poter andare in pensione. Sempre se rispetta tutti gli altri requisiti previsti e se accetta tutte le evidenti limitazioni che la misura propone.

Ecco come si va in pensione nel 2025 per i nati fino al 1962, assegno da 1.500 euro al mese

Andare in pensione nel 2025 con l’Ape sociale è una cosa che è stata confermata nella legge di Bilancio e nel suo collegato decreto fiscale. Ci sono già i capitoli di spesa per i prossimi anni. Ed è un segno indelebile che nella manovra, ci sarà la proroga di questa misura che scade il 31 dicembre prossimo. Quindi possiamo già capire chi andrà in pensione e come con l’Ape sociale 2025, in base a quanto c’è scritto nella manovra finanziaria.
Dentro questa misura rientrano lavoratori che per via dei 5 mesi di aumento dell’età minima da centrare erano stati esclusi. Parliamo dell’età che nel 2024 è passata da 63 anni a 63 anni e 5 mesi. E sono tanti i soggetti che non hanno potuto avere accesso alla pensione. Naturalmente la pensione si apre anche per coloro che riescono a completare nel 2025 i 63 anni e 5 mesi di età che insieme ai 30 o 36 anni di contributi versati e variabili in base alla categoria di appartenenza, potrebbero sfruttarla.

La pensione a 63 anni e 5 mesi nel 2025

Per l’Ape sociale 2025 i requisiti sono sempre i soliti e potranno lasciare il lavoro quanti raggiungono:

  • Almeno 63 anni e 5 mesi di età;
  • Minimo 36 anni di contributi per chi svolge un lavoro gravoso;
  • Minimo 30 anni di contributi per chi rientra tra i caregivers, gli invalidi o i disoccupati.

Anche la platea di riferimento come già detto rimane inalterata. Pertanto, potranno andare in pensione con l’Ape sociale gli invalidi che hanno ottenuto almeno il 74% di grado di invalidità dalla commissione medica invalidi civili. Potranno andare in pensione con la misura del 2025 i caregivers. Purché da almeno 6 mesi convivono con il parente invalido che assistono.
Per i disoccupati invece serve aver terminato di prendere la Naspi a seguito di perdita involontaria del lavoro (no dimissioni volontarie senza giusta causa, ndr).
Potranno andare in pensione anche lavoratori che svolgono una delle 15 attività di lavoro gravoso previste ma solo se l’anno svolta per 6 anni sugli ultimi 7 di carriera o per 7 anni sugli ultimi 10 anni di carriera.

Tutti i vincoli e le limitazioni dell’Anticipo Pensionistico sociale

Con l’Ape sociale 2025 vige il divieto di cumulo con redditi da lavoro. Infatti l’interessato all’Ape sociale non potrà svolgere alcuna attività lavorativa ad eccezione del lavoro autonomo ma solo se a carattere occasionale e sempre che il reddito percepito da tale attività non ecceda i 5.000 euro per anno solare. L’Ape sociale 2025 continua ad essere una misura di accompagnamento alla pensione e piena di vincoli e caratteristiche particolari.
Con la misura niente tredicesima e nessuna maggiorazione sociale o integrazione al trattamento minimo. La misura non è reversibile, non si indicizza all’inflazione, e può arrivare ad un importo massimo fino a 1.500 euro al mese. Infine si tratta di una misura che non prevede assegni familiari e che decade al raggiungimento dei 67 anni di età.