Le pensioni e i loro requisiti di accesso sono collegati all’aspettativa di vita della popolazione. Più sale la vita media degli italiani, più aumentano età e condizioni per le pensioni. Lo stop agli scatti per l’aspettativa di vita durerà probabilmente fino al 31 dicembre 2026. Ma dopo cosa accade?
Come funzionano i requisiti per le pensioni dopo la riforma Fornero
Le pensioni in Italia funzionano con dei requisiti minimi di età e anzianità contributiva che diventano fondamentali per accedere alla pensione. Questi requisiti vengono poi adeguati periodicamente in base all’aspettativa di vita della popolazione. I dati ISTAT sono quelli che si prendono a riferimento per calcolare questa stima di vita degli italiani. Vita media che non è salita negli ultimi anni, a tal punto che dal 1° gennaio 2019 nessuno scatto è stato introdotto. Dopo il passaggio dai 66 anni e 7 mesi di età pensionabile ai 67 odierni, niente è cambiato proprio da quel 1° gennaio 2019. E sarà così fino al 2026, quando dal 1° gennaio successivo i requisiti torneranno a salire.
Ecco i lavoratori coinvolti nell’aumento dei requisiti per la pensione
Dal 2027, i requisiti per la pensione di vecchiaia subiranno uno scatto variabile tra i 2 ed i 3 mesi a seconda dei dati ISTAT. L’età minima per la pensione di vecchiaia passerà da 67 a 67 anni e 2 o 3 mesi. E per le anticipate, forse si passerà da 42,10 a 43,1 per gli uomini e da 41,10 a 42,1 per le donne. Sempre con la solita finestra di 3 mesi per le decorrenze delle prestazioni, come stabilito per le pensioni anticipate dal 1° gennaio 2023. Coinvolti quindi soprattutto i nati nel 1960, che se privi di carriere lunghe, attendono il 2027 come anno in cui andare in pensione con le quiescenze di vecchiaia.