Novità in arrivo per i lavoratori italiani con il nuovo pacchetto pensioni che dovrebbe fare ingresso nella futura legge di bilancio. Non dovrebbero mancare novità, almeno stando alle ultime ipotesi. La manovra finanziaria infatti dovrebbe essere emanata entro dicembre per entrare in vigore dal primo gennaio prossimo. Ogni anno con ogni legge di bilancio, il governo in carica in quel momento ha sempre dedicato uno spazio della manovra proprio alle pensioni. E non farà eccezione nemmeno stavolta il nuovo esecutivo. Con il nuovo governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni potrebbero arrivare novità da tempo attese.
Cos’è la nuova quota 41?
La misura principale di cui oggi tanto si parla resta sempre quella che da anni sia i sindacati che la Lega di Matteo Salvini avevano pensato di introdurre nel sistema come alternativa alle misure previste dalla vecchia riforma Fornero. La misura naturalmente è quota 41 per tutti. Ma la misura in cantiere, o che è presente tra le tante di cui si inizia a discutere, non sarà per tutti, ma vincolata ad una determinata età.
Dai precoci agli over 61 o 63, le nuove pensioni partono da questo
Quota 41 è la misura che oggi è in vigore per i precoci è che nelle mire dei principali fautori di questa soluzione previdenziale, dovrebbe essere estesa a tutta la popolazione lavorativa. In pratica non ci dovrebbero essere limiti al consentire a chi raggiunge 41 anni di contributi versati di poter andare in pensione senza alcun limite di età. Detto questo, rispetto alla quota 41 di oggi ne potrebbe nascere un’altra, diversa, ma comunque vincolata a determinati limiti. Non quelli di oggi, che resterebbero tali per la misura destinata ai precoci. Infatti essendo ormai strutturale la quota 41 precoci non corre il rischio di essere cancellata dal sistema. La nuova misura non nasce per sostituire quella vecchia, ma dovrebbe affiancarla. Parliamo per ipotesi perché tutto è ancora in alto mare è tutto deve essere ancora messo nero su bianco nella prossima manovra. Ma ciò che appare evidente è che l’intenzione del governo è quella di varare una misura che si chiamerà proprio quota 41.
Come si uscirà dal lavoro con questa novità nel 2023?
Naturalmente per come è messo lo Stato italiano e per come sono combinate le casse dell’INPS, non si potrà varare la quota 41 per tutti. Misura che è quella che i sindacati continuano a reputare come unica soluzione fattibile per concedere uscite anticipate ai lavoratori. Sarebbe troppo onerosa per le casse dello Stato, a tal punto si cercano vie alternative per vararla e limitarla come potenziali beneficiari. Il numero 41 però resta quello che sembra essere il prescelto per alcune nuove misure.
La quota 41 con limiti di età
La quota 41 di cui si sta parlando in questi giorni non è la quota 41 per tutti che avrebbe liberato da qualsiasi vincolo di età i lavoratori. Non sarà una nuova misura vincolata come lo è quella attuale e cioè quella per i precoci, ma la nuova quota 41 dovrebbe essere collegata ad una soglia minima di età. Limiti di età che la rendono più vicina alle ultime quota 100 o quota 102 rispetto alla pensione anticipata ordinaria.
A 61 anni via dal lavoro?
Al momento tra le ipotesi quella più favorevole per i lavoratori sarebbe quella di una quota 41 collegata ai limiti di età e a 61 anni esattamente. Non significherebbe che chiunque raggiunga i 41 anni di contributi potrebbe lasciare il lavoro. Per chi non ha compiuto 61 anni, o si arriva a quella età o si deve per forza di cose attendere di arrivare ai 42,10 anni di contribuzione versata per la pensione anticipata ordinaria. Unica alternativa al momento potrebbe essere alzare l’età minima di uscita a 63 anni. Una via meno onerosa per l’INPS che spenderebbe meno. Ma sarebbe evidentemente meno favorevole per i lavoratori.