Arrivare all’età di 67 anni e trovarsi senza una pensione può sembrare un’incertezza lontana, ma in realtà è un rischio che può riguardare un numero di lavoratori che cresce esponenzialmente con il passare degli anni. La causa sono alcune situazioni specifiche legate al sistema previdenziale e alla normativa che lo regola.
Sebbene la pensione sia un diritto acquisito per chi ha versato regolarmente i contributi durante la propria carriera lavorativa, ci sono diversi motivi per cui una persona di 67 anni potrebbe trovarsi priva di un assegno pensionistico. Vediamo quali sono questi casi e le cause principali che portano a questa condizione.
Pochi contributi versati, la pensione non spetta
Il motivo più comune per cui a 67 anni si rischia di non ricevere la pensione è il mancato raggiungimento dei requisiti contributivi minimi previsti dalla legge. In Italia, per ottenere la pensione di vecchiaia, è necessario aver accumulato almeno 20 anni di contributi versati.
Questa condizione, però, non è sempre facile da raggiungere, soprattutto per coloro che hanno avuto discontinuità lavorativa, lavori precari o stagionali, o che hanno lavorato in nero e quindi non hanno versato i contributi necessari.
Nel caso di contributi minori a 20 anni, la persona non avrà diritto alla pensione di vecchiaia, e l’unica opzione sarà quella di continuare a lavorare fino a raggiungere i requisiti necessari o cercare altre forme di sostegno sociale, come l’assistenza. Per chi ha versato tutti i contributi a partire dal 1996 l’alternativa è quella di accedere alla pensione a 71 anni, quando la legge richiede di aver versato solo 5 anni di contributi almeno.
Calcolo della pensione a 67 anni con lavori part time
Con l’introduzione della riforma delle pensioni del 2012, l’età pensionabile è stata stabilita a 67 anni, ma solo per chi ha accumulato una certa quantità di contributi (i 20 anni che citavamo nel paragrafo precedente). Ci sono, però, lavoratori che pur avendo lavorato per almeno 20 anni si trovano ad avere meno contributi versati.
Si tratta di chi ha lavorato con contratti part-time o con contratti atipici (contratto di collaborazione o contratto a progetto, ad esempio). In questi casi i contributi versati in un anno potrebbero essere stati in misura ridotta rispetto al minimale previsto dall’INPS per la copertura dell’intera annualità.
In questi casi, quindi, il lavoratore, pur avendo svolto il proprio lavoro per 20 anni o più, si ritrova ad aver versato meno di 20 anni di contributi e senza diritto di accesso alla pensione a 67 anni.
Lavoratori autonomi e pensione
Anche i lavoratori autonomi, come artigiani, commercianti e liberi professionisti, rischiano di restare senza pensione se non hanno versato i contributi in maniera regolare. Questi lavoratori sono infatti tenuti a gestire autonomamente i propri versamenti al sistema previdenziale, ma spesso non raggiungono il minimo richiesto per ottenere una pensione dignitosa, specialmente se l’attività è stata intermittente o non particolarmente redditizia.
In alcuni casi, i liberi professionisti o gli autonomi possono ottenere una pensione solo se hanno aderito a forme di previdenza complementare, ma anche questo può non essere sufficiente per garantirsi una pensione adeguata.
Come evitare di trovarsi senza pensione
Per evitare di trovarsi senza pensione a 67 anni, è fondamentale pianificare la propria carriera lavorativa in modo strategico, cercando di accumulare più contributi possibili. I giovani lavoratori, ad esempio, dovrebbero essere consapevoli dell’importanza di versare contributi regolari e considerare anche opzioni di previdenza complementare per integrare la pensione futura.
Inoltre, sarebbe utile per le persone con carriere discontinue cercare di recuperare eventuali periodi di contributi mancanti tramite il riscatto degli anni di studio o cercando, in ogni caso, di tenere sempre sotto controllo il proprio estratto conto contributivo per sapere con certezza quando il diritto alla pensione è stato raggiunto senza ombra di dubbio.
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