Diversi sono i benefici per chi ha iniziato a lavorare molto giovane e uno è quello di vedere i propri contributi aumentare di valore: una volta e mezza rispetto al normale. Oggi sicuramente non è più un’usanza molto diffusa iniziare a lavorare prima di compiere i 18 anni perché i giovani preferiscono dedicare tempo alla propria istruzione.
In passato, invece, non era raro che si cominciasse a lavorare molto presto, prima del compimento della maggiore età. Proprio per questi lavoratori che hanno sacrificato la propria giovinezza al lavoro, ci sono diversi benefici previdenziali.
Il primo è quello di riuscire ad accedere alla pensione anticipata ordinaria prima del compimento dei 60 anni: versare 42 anni e 10 mesi di contributi (o per le donne un anno in meno) risulta più facile da raggiungere avendo iniziato a lavorare a 15/16 anni.
In alcuni casi, invece, a questi lavoratori spetta di vedere rivalutati di 1,5 volte i contributi versati in giovane età, con la conseguenza di raggiungere ancora prima il pensionamento.
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Contributi che valgono di più. Quando?
A prevedere il beneficio della maggiorazione contributiva per i precoci è la Legge 335 del 1995, conosciuta anche come Legge Dini. Si tratta della riforma previdenziale che ha introdotto il sistema contributivo e con esso una serie di benefici per i lavoratori che ricadono in esso.
Uno di questi è il riconoscimento di 1,5 anni di contributi per ogni anno lavorato prima del compimento dei 18 anni. Un lavoratore che ha lavorato a partire dai quindici anni, quindi, invece di 3 anni di contributi se ne vede riconoscere 4,5 anni. La contribuzione versata prima della maggiore età è valutata, in questo caso, il 50% in più.
Ma a chi spetta questo beneficio? Si tratta di un riconoscimento valido, appunto, per chi ha iniziato a lavorare prima di compiere i 18 anni e non ha contributi versati prima del 1996. Essendo una agevolazione riconosciuta nel sistema contributivo, infatti, richiede che il lavoratore ricada, appunto, nel sistema contributivo puro (coloro che non hanno contributi prima del 1996 o chi esercita il computo nella Gestione Separata Inps).
Per cosa vale la maggiorazione contributiva?
Da considerare, però, che la maggiorazione contributiva per i precoci è valida solo per il diritto alla pensione, ma non per la misura. Che significa questo? Il valore maggiore che assumo i contributi è valido per raggiungere il requisito richiesto per accedere alla pensione (ad esempio per raggiungere i 42 anni e 10 mesi necessari per avere la pensione anticipata ordinaria), mentre non sono validi per determinare l’importo dell’assegno. Di fatto, quindi, la maggiorazione precoci non permette di alzare l’importo dell’assegno di pensione.