Nel 2022 sulle pensioni fu varata la quota 102 in sostituzione della quota 100. Perché il varo di questa misura se la precedente era stata criticata e sconfessata da tutti per via dell’elevato costo per le casse dello Stato? La risposta è semplice. Quota 102 è stata praticamente una scelta obbligata dal momento che si paventava il rischio di uno scalone di 5 anni per molti lavoratori. Un rischio che adesso si corre con la chiusura di quota 102 il 31 dicembre prossimo. Tanto è vero che adesso si pensa a quota 103. Ma leggermente più flessibile rispetto alle precedenti misure, anche se evidentemente peggiorativa da ogni punto di vista.
Il funzionamento di quota 100
Prima di parlare di questo nuovo progetto, meglio andare a ricordare come funzionano le misure a quota. La somma di età e contributi è alla base del meccanismo delle pensioni con le quote. A dire il vero il meccanismo originale prevedeva la somma di età e contributi con valide anche le frazioni di anno. Per le pensioni con le quote degli ultimi anni invece la somma esatta di anni di contributi con anni di pensione. E la quota 100, che è stata in funzione dal 2019 al 2021, prevedeva l’uscita una volta raggiunta l’età minima di 62 anni con l’altrettanto minima carriera contributiva di 38 anni.
Il funzionamento di quota 102
Quota 102 fu introdotta per consentire a chi non era riuscito ad entrare in quota 100 di avere una misura alternativa prima dei 67 anni di età. In questo caso l’età minima prevista fu di 64 anni mentre la carriera contributiva rimase di 38. Il funzionamento della misura è stato fissato in 12 mesi, cioè dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre dello stesso anno.
La nuova quota 103 per le pensioni
Adesso si pensa alla quota 103, e qualcuno potrebbe storcere il naso visto che salendo la quota salgono i requisiti, soprattutto l’età anagrafica che da quota 100 a quota 102 aveva già perduto due anni passando da 62 a 64 anni. E con quota 103 si passerebbe a 65 anni con 38 anni di contributi. Anche se sembra si pensa ad una maggiore flessibilità consentendo le uscite ancora a 64 anni come la quota 102, ma con 39 di contributi. Sarebbe l’unica eccezione flessibile ammessa.
L’analisi delle misure e cosa invece serviva alle pensioni
Lo scalone di 5 anni dopo quota 100 era da evitare e fu introdotta la quota 102. Ma chi per poco non aveva ottenuto la quota 100, magari perché aveva compiuto 62 anni nel 2022 e non entro il 31 dicembre 2021, con la quota 102 non è stato minimamente salvaguardato. Infatti nel 2022 per la quota 102 servivano 64 anni di età. Fuori anche chi aveva già compiuto 62 anni nel 2021, ma non aveva 38 anni di contribuzione. Per questi, anche completando i 38 anni nel 2022, senza i 64 anni niente pensione.
Poco virtuose queste misure di pensione
Evidente che la quota 102, venduta come misura anti scalone, non è servita a molti lavoratori. E a poco dovrebbe servire la quota 103, perché chi ha mancato i 38 anni di contributi nel 2022, non ne completerà 39 nel 2023. Oppure se non aveva 64 anni nel 2022, non ne avrà certo 65 nel 2023. Certo, ci sarà sempre qualcuno che riuscirà a rientrare nelle misure, ma si tratta di misure limitate e che vanno sempre più avvicinandosi ai requisiti ordinari della legge Fornero.