Esiste ancora la possibilità di pensione a 62 anni o con 37,10 di contributi con i contratti di espansione? Ecco la risposta e gli strumenti. Esiste ancora la possibilità di pensione a 62 anni o con 37,10 di contributi con i contratti di espansione? Ecco la risposta e gli strumenti.

Esiste ancora la possibilità di pensione a 62 anni o con 37,10 di contributi, ma non è come prima

Esiste ancora la possibilità di pensione a 62 anni o con 37,10 di contributi con i contratti di espansione? Ecco la risposta e gli strumenti.

Fino al 31 dicembre 2023 c’è stata una misura che, piaccia o no, aveva consentito di andare in pensione piuttosto presto a molti lavoratori. La misura però era di prepensionamento perché rientrava tra i cosiddetti incentivi all’esodo delle aziende.

In pratica il datore di lavoro di comune accordo coi lavoratori trovava la soluzione per ridurre personale, modernizzare le attività aziendali concedendo la pensione fino a 5 anni prima al dipendente più vicino alla quiescenza. Una misura che oggi non è in funzione perché nella scorsa legge di Bilancio non fu prorogata.

Ma che qualcuno vorrebbe ripristinare adesso. Senza contare che di incentivi all’esodo il sistema ne prevede altri che hanno gli stessi obiettivi di quelli prima citati.

Come funziona il contratto di espansione per la pensione a 62 anni di età o con 37,10 anni di versamenti

La misura che molti vorrebbero dopo che il governo di fatto l’ha cessata lo scorso primo gennaio 2024 è il cosiddetto contratto di espansione. Si tratta dello strumento riservato alle imprese con almeno 50 dipendenti (si partì da quelle da 1.000 dipendenti per poi scendere a 500, a 250 ed infine a 50).

Misura che consentiva al dipendente di prendere una pensione anticipata fino a 5 anni prima della maturazione dei requisiti ordinari per la pensione di vecchiaia o per la pensione anticipata.
Infatti si trattava di una misura destinata a dipendenti con almeno 62 anni di età o con almeno 37,10 anni di contributi. Le aziende, dentro i processi di modernizzazione delle attività e dentro i procedimenti di esodo, potevano avviare questi contratti.

Trovando intesa con i sindacati al fine di organizzare i prepensionamenti e alcune nuove assunzioni. Perché nel contratto di espansione si prevedeva che ogni 3 dipendenti più anziani mandati in pensione prima, l’azienda provvedesse ad una nuova assunzione.

Gli incentivi all’esodo, la contribuzione figurativa e tutto il resto

Con il contratto di espansione la pensione la pagava l’INPS, ma era finanziata dall’azienda, che a suo vantaggio poteva sfruttare i due anni di Naspi teoricamente spettanti ai dipendenti licenziati e mandati in pensione fino a 5 anni prima. E nel caso di dipendenti a 5 anni dai requisiti delle pensioni anticipate ordinarie, anche la contribuzione figurativa per gli anni mancanti ai 42,10 era garantita dall’azienda.

Una misura doppiamente favorevole quindi, perché a lei hanno guardato dal 2019 al 2023 diversi soggetti. Dopo il suo varo con il Decreto Crescita del 2019 infatti la misura ha avuto discreto appeal, anche se non come si immaginavano all’epoca i legislatori.

Oggi con la scomparsa di questo strumento, su cui ripetiamo, non mancano i favorevoli ad un suo ripristino nel 2025, le misure di esodo incentivato con pensione anticipata da sfruttare sono altre.

Isopensione come incentivo all’esodo ma non solo, ecco cosa resta adesso

Una misura che vige da oltre un decennio è la sospensione. La misura che nasceva per consentire il prepensionamento per dipendenti di aziende con almeno 15 dipendenti a libro paga, che si trovavano a 4 anni dai soliti requisiti per il pensionamento ordinario, oggi concede addirittura 7 anni di anticipo.

Perché con la legge 205 del 2017 (la legge di Stabilità 2018) fu deciso di allungare fino al 31 dicembre 2026 gli anni di anticipo concedibili con questo strumento di esodo. Anche per l’Isopensione l’azienda dovrà versare la co­pertura contributiva figurativi per tutti gli anni di anticipo. Senza quindi che l’uscita anticipata faccia perdere qualcosa al lavoratore sulla prestazione pensionistica futura.

Un altro strumento utile è l’assegno straordinario di solidarietà che per requisiti è assolutamente identico al contratto di espansione ormai cessato. Infatti si parla di pensionamento anticipato a lavoratori che si trovano a raggiungere la vera pensione anticipata o di vecchiaia entro i successivi 5 anni dalla risoluzione del rapporto di lavoro.
Questo scivolo però riguarda i cosiddetti fondi bilaterali e riguarda i dipendenti e gli istituti del settore creditizio.