La pensione flessibile è in vigore nel 2024 ed è una concreta possibilità che possono sfruttare i lavoratori che completano i requisiti previsti dall’INPS. Il governo ha in effetti rinnovato per un altro anno la Quota 103. Quindi, la misura per un altro anno sarà appannaggio dei lavoratori. Ma con alcune penalizzazioni di assegno e con alcune limitazioni che adesso andremo a vedere. Però, spiegando anche come si può fare per evitarne qualcuna.
Tutte le cose cattive della Quota 103 nel 2024
La nuova Quota 103 permette di lasciare il lavoro con 41 anni di contributi, di cui 35 effettivi da lavoro e con 62 anni di età. Ma quali sono tutte le cose cattive della Quotas 103 nel 2024? Iniziamo dalla finestra di decorrenza che passa da 3 e 6 mesi rispettivamente per lavoratori del settore privato e dipendenti pubblici, a 7 e 9 mesi.
Nessuna novità rispetto al passato è relativa al divieto di cumulare i redditi da pensione con redditi da lavoro. Anche nel 2024 il pensionato che esce con la Quota 103 potrà svolgere solo il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo.
Nel 2024 il calcolo della pensione Quota 103 è con il sistema contributivo e quindi più penalizzante rispetto al 2023 quando era con il sistema misto. Sempre nel 2024 la pensione con Quota 103 può arrivare a massimo 4 volte il trattamento minimo, mentre l’anno scorso arrivava fino a 5 volte.
Come recuperare la vecchia versione della flessibilità in uscita a 62 anni
Non c’è modo di salvarsi da questi inasprimenti, a meno che non si riesca a cristallizzare il diritto alla vecchia quota 103. E per fare questo bisogna iniziare dall’età anagrafica. Infatti gli interessati devono aver compiuto i 62 anni di età già nel 2023. ma non solo. Perché bisogna anche aver completato i 41 anni di contributi sempre entro la fine del 2023. In questo caso bisogna controllare tutta la propria storia contributiva, per verificare se qualcosa è sfuggito l’anno prima. Basta anche un anno di contributi non considerato, magari perché non ancora riscattato, ed il gioco è fatto. Riuscendo a dimostrare di avere già 41 anni di contributi versati prima della fine del 2023, la pensione è con la vecchia misura e non con la nuova.