Non è raro che qualcuno che gode di ottima salute riesca a percepire una pensione di invalidità civile. Basta pagare un dottore compiacente che rilasci un certificato falso e oliando i giusti ingranaggi ci si garantisce una rendita mensile a spese dell’Inps (e di tutti gli altri contribuenti, aggiungerei).
E’ quello che è successo in provincia di Palermo dove, secondo la Procura, si utilizzava un sistema ormai rodato. 11 medici di famiglia compiacenti hanno permesso a diverse persone di incassare una pensione di invalidità a cui non avevano diritto. Una truffa ai fanno dell’Inps che è stata ricostruita solo in parte davanti al tribunale. Vediamo cosa è successo.
La truffa ai danni dell’Inps
La Corte della terza sezione del tribunale, presieduta da Fabrizio La Cascia ha assolto 12 delle persone indagate, portando alla condanna solo di 5. Di queste ultime, però, a scontare realmente la pena sarà soltanto due, Antonino Randazzo condannato a 8 anni e Grazia Nolfo condannata a 18 mesi. Gli altri tre, condannati a 4 mesi, non sconteranno la pena in carcere a patto che svolgano 60 ore di servizio di pubblica utilità nel Comune di Terrasini.
Aver percepito indebitamente, quindi, una prestazione Inps non comporta grossi rischi da quello che traspare da questa sentenza. A farne le spese solo Antonino Randazzo e solo per il fatto che secondo l’accusa aveva le conoscenze giuste per far riconoscere l’invalidità alle persone che non ne avevano diritto (e che lo avevano pagato per ottenere la certificazione).
La truffa era stata scoperta dalla Guardia di Finanza nel 2020 e il Randazzo era stato arrestato insieme al suo braccio destro, titolare di diversi CaF e che avrebbe curato le pratiche di richiesta di riconoscimento di invalidità civile e di pensione. Quest’ultimo, però, è stato condannato solo a 4 mesi di carcere. Un componente della commissione medica, che secondo i pubblici ministeri avrebbe giocato un ruolo importante nel riconoscimento di alcune pensioni in cambio di regalie, è stato assolto.
Cosa trasmette questa sentenza?
A nostro avviso colpevoli come chi, tramite conoscenze, ha fatto percepire pensioni di invalidità non spettanti, è anche chi pagando chiede che una prestazione gli venga riconosciuta anche se non gli spetta. Però a quanto pare è stato giudicato colpevole solo chi ha percepito soldi e non anche chi li ha pagati.
Il fatto grave, a nostro giudizio, non è solo permettere dietro regalie e soldi, di accedere alle prestazioni assistenziali, ma anche percepirle per anni pur sapendo di non averne diritto. Con questa sentenza quello che “passa” a chi ascolta e legge le notizie è che truffare l’Inps (o lo Stato, a questo punto) non comporta nessun rischio e sicuramente non scoraggerà coloro che, avendo gli giusti agganci, visto che non si rischia la prigione, proverà ad aggirare il sistema per ottenere quello che non gli spetta.
Ricordiamo che i falsi invalidi che truffano l’Inps tolgono soldi a chi invalido lo è veramente ed è costretto a vivere con 343 euro al mese perché altre coperture e altri fondi non ce ne sono. Ma se si tagliasse la pensione ai falsi invalidi che le percepiscono, probabilmente si riuscirebbe ad alzare la pensione di chi l’assegno lo merita veramente e non ha la possibilità di vivere altrimenti.
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