Siamo ancora nell’ordine delle indiscrezioni e delle ipotesi, ma il fatto che il reddito di cittadinanza sarà presto cambiato e modificato, appare ormai chiaro. Il nuovo governo Meloni ha intenzione di mettere mani alla misura in modo totale da eliminare il collegamento di questa misura ad un disincentivo al lavoro di cui molti parlano. E se un restyling deve essere, questo sarà abbastanza profondo. Infatti le ultime novità che arrivano, come si legge sulle pagine del quotidiano “Il Tempo”, potrebbero essere davvero importanti.
Nuove procedure di rilascio del sussidio più vicine ai reali stati di bisogno
Una prima novità dovrebbe essere quella che riguarda l’ente gestore ed erogatore del beneficio. Il reddito di cittadinanza infatti dovrebbe diventare come era una volta il REI (Reddito di inclusione) o come funzionano oggi alcuni strumenti di contrasto alla povertà su base regionale. Dovrebbero essere le Regioni gli enti interessati dalla gestione delle nuove domande di reddito di cittadinanza e delle nuove valutazioni sul diritto a riceverlo da parte degli interessati. Infatti si tende a considerare un ente locale come più pronto ad intercettare i reali stati di bisogno di una famiglia rispetto all’INPS che ragiona in termini più larghi e con maggiore distanza.
Reddito di cittadinanza a scalare, come funzionerà la misura dal 2023
Dal momento che ci sono beneficiari del reddito di cittadinanza che sono già nel terzo ciclo di fruizione, una cosa da contrastare è proprio il fatto che è una misura che sembra diventare perenne. Il meccanismo di oggi è assai semplice. Il reddito di cittadinanza può essere preso per un massimo di 18 mesi, ma si può rinnovare praticamente all’infinito di 18 mesi in 18 mesi. Tra un ciclo e l’altro l’interessato sta fermo un solo mese. Cioè non percepisce nulla per un solo mese che poi è quello destinato alla riproduzione della domanda per il ciclo successivo. La novità potrebbe essere una estensione di questa pausa. Con contestuale taglio delle mensilità disponibili e beneficiari. In termini pratici dopo i primi 18 mesi di beneficio la pausa sarebbe di 6 mesi prima di poterlo richiedere di nuovo. E l’eventuale nuova conferma del sussidio, durerebbe solo 12 mesi. Alla scadenza di questi 12 mesi ci sarebbe un’altra pausa di 6 mesi. Al nuovo rinnovo il sussidio arriverebbe solo a 6 mesi di durata. Ed alla scadenza di questi ultimi, niente di più toccherebbe ai beneficiari.