Andare in pensione 5 anni prima è sempre una cosa allettante. Lo è per chi si trova a 62 anni, cioè a 5 dai classici 67 anni della pensione anticipata, ma lo è anche per chi si trova con 5 anni di lavoro da dover svolgere per arrivare ai fatidici 42 anni e 10 mesi di contributi utili per la pensione senza limiti di età meglio conosciuta come pensione anticipata. Solo uno strumento molto particolare è quello che permette l’anticipo in entrambi i casi, e si chiama contratto di espansione.
Cos’è il contratto di espansione che consente 5 anni di anticipo
Il contratto di espansione altro non è che uno strumento che dietro un accordo tra il datore di lavoro i sindacati, permette il pensionamento anticipato di alcuni lavoratori. A dire il vero il contratto di espansione prevede due diverse vie e cioè il pensionamento anticipato di chi è vicino alla pensione e la riduzione di orario di lavoro. Nel secondo caso al dipendente con orario di lavoro tagliato, viene garantita una cassa integrazione. Nel primo caso invece, viene garantita la pensione anticipata, pagata dall’INPS ma finanziata dal datore di lavoro. Un autentico assegno di prepensionamento che, come detto, riguarda quanti si trovano a 62 anni di età o con 37,10 anni di contributi versati.
In pensione 5 anni prima, conviene al lavoratore e all’azienda
Dal lato del lavoratore, il contratto di espansione permette il pensionamento 5 anni prima. Un vantaggio enorme, a maggior ragione per chi si trova a 5 anni dalla pensione anticipata con 42,10 anni di contributi. In questo caso l’azienda copre anche la contribuzione figurativa per gli anni di anticipo. In pratica, oltre alla pensione in anticipo il lavoratore ha il vantaggio di arrivare comunque a 42,10 anni di contributi, anche se gli ultimi 5 con contributi figurativi. Il contratto di espansione ha vantaggi pure per l’azienda però. Perché incentiva il ricambio generazionale nelle aziende e la riqualificazione del personale. Infatti la misura riguarda proprio aziende interessate da processi di riorganizzazione e di ammodernamento anche degli addetti. Perché ogni tre pre-pensionati viene prevista l’assunzione di un nuovo addetto.
In pensione 5 anni prima, ma a guadagnarci è pure l’azienda
Per l’azienda c’è anche uno sconto sull’esborso che subisce finanziando gli assegni INPS. Infatti potrà godere del corrispettivo della Naspi spettante a ciascun lavoratore mandato in pensione prima. Inoltre, un addetto assunto ogni 3 in pensione significa taglio di personale e risparmi evidenti. Come evidenti sono i risparmi tra un vecchio lavoratore che cessa di essere in organico, ed un neo assunto, con il primo, che solo come scatti di anzianità e livello, costa di più del secondo.