Anche nel 2023 resta la possibilità di andare in pensione con un corposo anticipo per i lavoratori del settore privato con invalidità almeno all’80%. E senza aver versato chissà quanto contributi, visto che si parla di una pensione di vecchiaia a tutti gli effetti che richiede solo 20 anni di versamenti.
Anticipare la pensione non richiede per forza più di 40 anni di contributi
Ad oggi si pensa che per andare in pensione prima sia necessario, per forza, decine e decine di anni di contributi. Ma non sempre è così, soprattutto per chi ha un’invalidità pensionabile di almeno l’80% e lavora nel settore privato.
Da questo beneficio, infatti, sono esclusi i dipendenti pubblici e i lavoratori autonomi. Ma è una misura che esiste, ormai, da quando è entrata in vigore la Legge Amato che ha stabilito un’età ridotta di accesso alla pensione di vecchiaia per gli invalidi.
Per le donne sono richiesti 56 anni di età, per gli uomini 61. E già da questo si può notare che la misura non ha subito l’influenza della Legge Fornero che ha uniformato l’età di accesso alla pensione di vecchiaia ordinaria per uomini e donne alla stessa età. La misura ha mantenuto l’iniziale differenza che c’era nel pensionamento tra i due generi di 5 anni.
In entrambi i casi è richiesto il rispetto di una finestra di attesa di 12 mesi da raggiungimento dei requisiti e di fatto questo porta il pensionamento, per chi ha già raggiunto i 20 anni di contributi, a 57 anni per le donne e a 62 anni per gli uomini.
Invalidità pensionabile e non civile
La cosa essenziale da ricordare per accedere a questa tipologia di pensione è che non basta il riconoscimento dell’invalidità civile con percentuale pari o superiore all’80%. E’ necessario ripetere tutto l’iter burocratico già effettuato per farsi riconoscere dalla Commissione medica ASL/INPS l’invalidità pensionabile.
Necessario anche non presentare la domanda di pensione al compimento dei 56 o dei 61 anni perché in questo caso verrebbe respinta. Si consiglia, infatti, di presentare la domanda circa 3 mesi prima della decorrenza effettiva della pensione. E, quindi, quando sono decorsi almeno 8 o 9 mesi di finestra di attesa.