Andare in pensione prima dei 63 anni nel 2025 è davvero possibile. Si tratta di una novità introdotta nella Legge di Bilancio 2025 che prevede un ampliamento dei requisiti previsti, nella pensione contributiva, per le lavoratrici madri consentendo un anticipo di 16 mesi (rispetto al massimo di 12 previsto fino al 2024) sulla pensione di vecchiaia.
L’articolo 26, comma 1, del testo provvisorio della Manovra prevede che:
All’articolo 1, comma 40, della legge 8 agosto 1995, n. 335, alla lettera c), le parole «nel limite massimo di dodici mesi» sono sostituite dalle seguenti: «e pari a sedici mesi complessivi nei casi di quattro o più figli».
Chi può andare in pensione prima?
La valenza di questa norma è per due misure distinte. Le lavoratrici madri che ricadono interamente nel sistema contributivo hanno diritto ad un anticipo sulla pensione di vecchiaia di 4 mesi per ogni figlio avuto.
Chi ha iniziato a versare i propri contributi a partire dal 1996 o ha esercitato il computo in Gestione Separata può, quindi, accedere alla pensione di vecchiaia, alla maturazione di 20 anni di contributi almeno, all’età di:
- 67 anni per la lavoratrice senza figli;
- 66 anni e 8 mesi per la lavoratrice con 1 figlio;
- 66 anni e 4 mesi per la lavoratrice con 2 figli;
- 66 anni per la lavoratrice con 3 figli;
- 65 anni e 8 mesi per la lavoratrice con 4 o più figli.
Per chi accede a questa tipologia di pensione è necessario ricordare che, a prescindere dal numero dei figli, è richiesto il rispetto di un terzo requisito, quello dell’importo dell’assegno della pensione che non può essere inferiore all’assegno sociale Inps (che nel 2024 è pari a 534,41 euro al mese).
Pensione a 62 anni e 8 mesi
Nella legge Dini che introduce le pensioni contributive in questione, però, come pensione di vecchiaia vengono definite due misure:
- quella a 67 anni con almeno 20 anni di contributi e un importo dell’assegno pari a 1 volta l’assegno sociale;
- quella a 64 anni con almeno 20 anni di contributi e un importo dell’assegno pari a 3 volte l’assegno sociale (che erroneamente viene chiamata pensione anticipata contributiva).
Visto che lo sconto massimo di 12 mesi per le donne con 3 o più figli fino a quest’anno si è applicato anche alle pensioni a 64 anni con 20 anni di contributi, appare logico che anche l’ampliamento dello scorto in questione si applica anche a questa misura. Le donne, quindi, che sono madri e che ricadono interamente nel sistema contributivo possono accedere alla pensione a 64 anni con 20 anni di contributi all’età di:
- 64 anni se senza figli;
- 63 anni e 8 mesi per la lavoratrice con 1 figlio;
- 63 anni e 4 mesi per la lavoratrice con 2 figli;
- 63 anni per la lavoratrice con 3 figli;
- 62 anni e 8 mesi per la lavoratrice con 4 o più figli.
Va ricordato che anche l’importo dell’assegno di pensione che si deve percepire varia in funzione dei figli avuti e nello specifico:
- deve essere di 3 volte l’assegno sociale per la generalità dei lavoratori (1.603 euro circa);
- deve essere di 2,8 volte l’assegno sociale per le donne con almeno 1 figlio (1.496 euro circa);
- deve essere di 2,6 volte l’assegno sociale per le donne con almeno 2 figlio (1.389 euro circa).
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