Come si andrà in pensione il prossimo anno? Sembra essere questa la domanda che tutti si pongono in questo ultimo mese del 2022. In attesa di quelle che sono state annunciate come grandi novità per il prossimo anno. Ma in realtà nel mondo previdenziale cambia davvero poco. Si continuerà ad andare in pensione da 57 a 71 anni, proprio come nel 2022. Vediamo come cambiano le misure.
Cosa resta in ambito pensioni
Resta, ovviamente, tutto ciò che prevede la Legge Fornero, ovvero:
- pensione di vecchiaia a 67 anni con 20 anni di contributi;
- pensione anticipata con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini;
- pensione di vecchiaia contributiva a 71 anni con almeno 5 anni di contributi per chi ha tutti i contributi versati a partire dal 1996;
- pensione anticipata contributiva a 64 anni con 20 anni di contributi per chi ricade nel sistema contributivo puro. A patto di avere l’assegno previdenziale che sia di almeno 2,8 volte l’assegno sociale INPS;
- pensione di vecchiaia per gli invalidi all’80% del settore privato a 56 anni per le donne e 61 anni per gli uomini. Con almeno 20 anni di contributi versati.
Resta anche la Quota 41 per i lavoratori precoci che permette il pensionamento a prescindere dall’età al raggiungimento dei 41 anni di versamenti. Ma solo a coloro che rientrano nella categoria dei lavoratori precoci. Ovvero coloro che hanno versato almeno 12 mesi di contributi prima di compiere 19 anni di età.
E resta la pensione RITA, quella non erogata dall’INPS che permette di accedere da 57 anni a coloro che hanno un fondo pensione complementare.
In pensione da 57 a 71 anni , cosa cambia?
Ovviamente scade la quota 102 di cui prenderà il posto la quota 103. La nuova misura richiederà per l’accesso 62 anni di età e 41 anni di contributi. Mantenendo tutti i vincoli e i paletti previsti prima dalla quota 100 e poi dalla quota 102.
L’Ape sociale dovrebbe essere prorogata senza nessun cambiamento. Ma fino alla pubblicazione della Legge di Bilancio, ovviamente, nulla può essere certo.
Per quel che riguarda la proroga dell’Opzione donna, la misura è stata totalmente stravolta e prevede il pensionamento dai 58 ai 60 anni. Sempre con 35 anni di contributi ma in base ai figli avuti. E solo per 3 categorie di lavoratrici: le caregiver, le invalide e le disoccupate. Si sta parlando, però, anche di una proroga secca della opzione donna così come adesso, ma non per tutto il 2023 bensì solo fino a settembre 2023.
Vedremo nelle prossime settimane cosa accade e con la pubblicazione della Legge di Bilancio cosa verrà confermato e cosa, invece sarà modificato.