Andare in pensione 5 anni prima a partire dal prossimo anno. Non è una fake news ma è ciò che il sistema prevede. In pensione da gennaio 5 anni prima potrà essere fatto da lavoratori con una lunga carriera alle spalle, ma anche per chi semplicemente matura una determinata anzianità contributiva o una determinata età. Uscire dal lavoro 5 anni prima significa farlo a 62 anni di età. Ma significa anche farlo con 37,10 anni di contributi versati per gli uomini o 36,10 anni di versamenti per le donne. Ma a 62 anni nel 2023 si potrà uscire anche raggiugendo la ragguardevole soglia dei 41 anni di contributi versati.
La quiescenza a 62 anni da gennaio 2023, ecco come
Dopo soli 12 mesi di stop, ecco che il sistema pensionistico ritrova una misura che consente l’uscita a 62 anni. Fino al 2021 è stato possibile sfruttare la Quota 100. per un intero triennio, cioè dal 2019 al 2021, i lavoratori con 38 anni di contributi già accumulati, hanno potuto sfruttare la pensione a partire proprio dai 62 anni di età. Nel 2022 invece niente, perché al posto di quota 100 entrò quota 102 e la pensione per quotisti salì a 64 anni. Ma una misura anche nel 2022 ha consentito l’uscita a 62 anni di età e si tratta del contratto di espansione. Che tra l’altro funzionerà anche nel 2023. Ma da gennaio sarà affiancata da una nuova misura, cioè da quota 103, che riporta a 62 anni le possibilità di uscita.
Come possono andare in pensione a 62 anni di età?
Con la quota 103 potranno andare in pensione i lavoratori che hanno raggiunto anche i 41 anni di contributi versati. Niente tagli e niente penalizzazioni. L’Inps erogherà la pensione anticipata come una normale prestazione calcolata con il sistema misto ed in base alla carriera accumulata alla data di uscita. A 62 anni di età, ma anche con 37,10 o 36,10 anni di contribuzione, si potrà uscire anche con lo scivolo aziendale. Per chi lavora in aziende con almeno 50 lavoratori a libro paga, il contratto di espansione può essere attivato. Le aziende che vogliono avviare percorsi di riordino delle loro attività, e di turnover tra lavoratori, potranno sfruttare ancora per 12 mesi l’opportunità. L’azienda potrà attivare questa formula con accordo coi sindacati, in sede Ministeriale. E sarebbe l’azienda a finanziare l‘assegno di prepensionamento che l’INPS erogherebbe a questi lavoratori, per tutta la durata dell’anticipo.