Solo a 71 anni di età e solo i contributivi puri che non hanno contributi versati prima del 1996 possono andare in pensione con 5 anni di contributi. Una casalinga che magari ha versato solo 5 anni di contributi prima di dedicarsi alla cura della casa e della famiglia, se ne ha anche solo uno prima del 1996 non può andare in pensione nemmeno a 71 anni.
Ma allora perché c’è chi sostiene che esiste una prestazione che ha in 5 anni il limite minimo?
Chi sostiene questa cosa fa riferimento per forza di cose ad un trattamento per soggetti vulnerabili e fragili, come lo sono gli invalidi civili.
Gli invalidi civili con una netta riduzione della capacità lavorativa hanno diritto a delle agevolazioni. Ed anche dal punto di vista pensionistico. Prima tra tutti la possibilità di cui trattiamo nel nostro approfondimento odierno. Cioè in pensione anche con solo 5 anni di versamenti.
Pensioni per gli invalidi, ecco perché 5 anni di contributi sono sufficienti
L’invalido civile è colui che dopo aver presentato domanda domanda all’INPS, corredata dal certificato medico introduttivo del medico di base e dalla ricevuta di avvenuta trasmissione del certificato, viene chiamato a visita dalla Commissione Medica INPS/ASL qualora i commissari lo certifichino come disabile.
Se la commissione riconosce al richiedente un grado di invalidità pari almeno al 67%, ecco che l’interessato entra dentro il perimetro di questa agevolazione sulla pensione.
Cosa fare con il 67% di invalidità
Basta una invalidità pari almeno al 67% per andare in pensione dopo aver versato anche soltanto 5 anni di contributi. La prestazione è concessa però solo se dei 5 anni minimo di contributi versati almeno 3 anni sono stati versati negli ultimi 5 anni di carriera.
L’assegno ordinario di invalidità non prevede limiti di età. però è assoggettato a revisione triennale, e solo dopo tre consecutive conferme la prestazione diventa definitiva.
Come detto basta il 67% di disabilità, perché è necessaria la riduzione della capacità lavorativa di almeno i due terzi e la misura non prevede divieti di continuare a lavorare per l’interessato.
Questo genere di prestazione riguarda solo i dipendenti del settore privato e i lavoratori autonomi. Pertanto, nulla da fare per i lavoratori del pubblico impiego.
Cosa succede a 67 anni di età
Una prestazione a revisione triennale ma che alla fine può anche essere confermata definitivamente.
Chi prende questo trattamento però a 67 anni di età perde il diritto perché l’assegno ordinario di invalidità civile viene commutato in pensione di vecchiaia. Ma solo se nel frattempo ha proseguito a versare arrivando alla soglia minima dei 20 anni di contribuzione. Se invece non sono stati raggiunti i 20 anni di versamenti, l’assegno ordinario si trasforma a 67 anni in assegno sociale.