C’è chi non vuole attendere le novità del 2023 e pensa che non riuscire a cogliere la quota 102 entro la fine del 2022 potrebbe significare ritardare il pensionamento di molti anni. E potrebbe anche avere ragione visto che si parla di 41 anni di contributi minimi per l’accesso dal prossimo anno.
Per farlo, ovviamente, è necessario compiere i 64 anni entro il 31 dicembre di quest’anno. E anche se non si raggiungono i 38 anni di contributi quello è un problema secondario che può essere risolto.
Come centrare la quota 102 entro la fine dell’anno
I 38 anni di contributi vanno perfezionati entro la fine del 2022. Questo significa che devono posizionarsi, temporalmente, entro il 31 dicembre 2022. Ma questo non vieta di ricorrere al riscatto per perfezionare il requisito.
Anche se il riscatto si paga nel 2023, infatti, i contributi riscattati si posizionano temporalmente laddove avrebbero dovuto originariamente essere versati. Contributi gratuiti per il servizio militare, contributi per maternità fuori dal contratto di lavoro. Ma anche riscatto di una parte del periodo di studi per ottenere la Laurea. Tutto va bene, l’importante è che questi periodi si posizionino prima della fine del 2022.
E allora se mancano pochi mesi per raggiungere il requisito contributivo per cristallizzare la quota 102 è bene rivolgersi ad un patronato per capire se nella propria vita lavorativa ci sono dei periodi che possano essere riscattati. E che così, permettano l’accesso alla pensione con 38 anni di contributi senza dover, poi, sottostare al limite dei 41 anni che sembra incombere dal prossimo anno.