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In pensione i disoccupati, a 63 anni ma anche a 60, ecco come fare e quanti contributi servono

Perdere il lavoro a 20 anni è già un grave problema data la penuria di occasioni di trovare un nuovo lavoro oggi. Ma se a perdere il lavoro è chi è in là con gli anni, perché magari ha superato i 60 anni, allora tutto peggiora. Perché le occasioni di lavoro per over 60 non sono certo tante. Lo dimostra il fatto che perfino per l’Assegno di Inclusione il governo ha deciso di considerare come beneficiari anche gli over 60 e senza particolari obblighi di ricerca del lavoro e di riqualificazione professionale come invece i sussidi in vigore prevedono per chi ha meno di 60 anni.
In pratica, una persona piuttosto avanti con gli anni difficilmente trova un nuovo lavoro e per lo Stato è da aiutare con prestazioni assistenziali. Magari partendo dalla Naspi per chi perde il lavoro involontariamente. Ma l’indennità per disoccupati dura poco. Ecco quindi che sempre lo Stato ha deciso di considerare i disoccupati come categoria da sostenere anche per l’accesso alla pensione. Donandogli delle possibilità di pensionamento anticipato. E così in pensione i disoccupati, a 63 anni ma anche a 60, possono andarci. E adesso vedremo come.

In pensione i disoccupati, a 63 anni ma anche a 60

Chi ha perduto il lavoro ed ha preso già tutta la Naspi e non riesce a trovare un nuovo lavoro perché come detto, le occasioni latitano, può avere accesso a due misure previdenziali molto favorevoli. L’alternativa alla ricerca, spesso inutile di un lavoro, o all’Assegno di Inclusione che tra l’altro è assoggettato all’ISEE e a tanti altri fattori reddituali e patrimoniali, è senza dubbio la pensione. Diversi possono andarci a 63 anni, ma in alcuni casi anche a 60 anni.
A 62 anni un disoccupato può provare a rientrare nella quota 103. Ma servono 41 anni di contributi versati e la misura è penalizzante perché prevede il calcolo contributivo. Sempre per chi ha 41 anni di contributi, ma almeno un anno versato prima dei 19 anni di età, in qualità di disoccupato può andare in pensione con la quota 41 per i precoci. Basta che un anno di contributi siano stati versati prima dei 19 anni di età. In questo caso un disoccupato che da tre mesi ha terminato di prendere la Naspi, può richiedere la pensione anche a 60 anni (non ci sono limiti anagrafici) senza calcoli penalizzanti di trattamento.

Anche l’Ape sociale per i disoccupati

Sempre il disoccupato che ha terminato di prendere la Naspi, senza attendere i tre mesi dall’ultima rata di disoccupazione può accedere pure all’Ape sociale. In questo caso come contributi ci vogliono almeno 30 anni. L’età minima deve essere pari a 63 anni e 5 mesi di età. Il trattamento dell’Ape sociale è senza tredicesima, senza maggiorazioni e senza assegni familiari, e può arrivare a massimo 1.500 euro al mese per 12 mesi all’anno fino a raggiungere i 67 anni di età.